I Carabinieri di San Vito dei Normanni e di Fasano hanno eseguito alle prime luci dell’alba di oggi, 18 luglio, 22 arresti, uno di essi ai domiciliari in alcuni comuni in provincia di Brindisi e a Lecce, Taranto, Foggia e Trani. Sarebbero 39 gli indagati.

La maxi indagine ha origine dal tentato omicidio di un sorvegliato speciale, avvenuto la sera del 5 luglio 2020 nel comune di Latiano (Brindisi). La vittima, per puro caso, non venne uccisa dalla raffica di colpi di pistola esplosi, ma fu solo colpita di striscio.

Le indagini dei militari, in piena sinergia con la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno, attraverso intercettazioni di conversazioni e comunicazioni telefoniche, pedinamenti, osservazioni e ricognizioni aeree, avrebbero fatto emergere un collegamento con il clan capeggiato da Gianluca Lamendola, nipote del mesagnese Carlo Cantanna, quest’ultimo all’ergastolo.

L’organizzazione avrebbe fatto affari con il traffico di sostanze stupefacenti, core business del clan. Inoltre avrebbe accumulato enormi capitali poi redistribuiti in parte alle famiglie dei detenuti o anche interrati nei fondi adiacenti alla masseria di Contrada Mascava, nel Brindisino, principale base operativa dell’associazione.

Stando alle ricostruzioni, la droga sembrerebbe provenisse da Bari e Foggia, raggiungendo quantitativi di oltre 50 chili fra cocaina, eroina, hashish e marijuana. Le sostanze stupefacenti sarebbero poi state immesse, tramite i referenti di zona, sulle piazze di spaccio di San Vito dei Normanni, Brindisi, Carovigno, Fasano, San Pancrazio Salentino e Corato. Il tutto, come accadeva per il denaro, sarebbe stato nascosto nelle campagne nei pressi di Contrada Mascava, assoggettando diversi proprietari terrieri omertosi. Il riciclo del denaro sporco sarebbe avvenuto attraverso proprietari di concessionari d’auto riconducibili all’organizzazione criminale o con chi pare stringesse affari con essa.