I Carabinieri di Bari sono a lavoro dalle prime ore dell’alba di questa mattina, 6 luglio, per sgominare un’associazione criminale operante nella città di Gravina in Puglia nel traffico di sostanze stupefacenti.

I militari hanno eseguito 22 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia, in cui sono indiziati di appartenere a un sodalizio dedito al traffico di sostanze stupefacenti ed altro.

Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), le indagini, condotte dal gennaio 2018 a oggi, dalla sezione operativa della compagnia Carabinieri di Altamura e dalla stazione di Gravina, mediante servizi di osservazione controllo e pedinamento, perquisizioni e sequestri, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in merito ad attività illecite che sarebbero state commesse dal clan facente capo a Vincenzo Mangione, detto “Remì“. Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, anche di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, porto e detenzione di armi.

L’indagine è partita dalle attività connesse al tentato omicidio di Nicola Mangione, alias “Geppetto”, commesso l’8 gennaio 2018, nel quartiere Cep di Gravina in Puglia. L’attività investigativa, aveva documentato come tale tentativo fosse sorto a seguito del conflitto tra due agguerriti gruppi criminali, radicati a Gravina e nati dall’unico clan Mangione in seguito a una scissione interna, contendendosi il controllo dello spaccio di droga.

In particolare, si erano formati due gruppi, capeggiati da “Remì”, detenuto in carcere e tra i destinatari della misura cautelare, e da suo cugino “Geppetto”. Stando alle ricostruzioni sembrerebbe che gli esecutori di quel tentato omicidio fossero proprio Vincenzo Mangione e Michele Loglisci, detto “U Spulp”, arrestati in esecuzione di misura cautelare il 2 maggio 2019 e condannati il 6 febbraio 2020, con sentenza definitiva del Tribunale di Bari: il primo a 9 anni e 4 mesi di reclusione, il secondo a 7 anni e 4 mesi.

In seguito a questi fatti era iniziata una mirata indagine, coordinata sempre dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, che documentava la presenza sul territorio di un vero e proprio sodalizio, ben strutturato ed organizzato, facente capo a “Remì”, dedito allo spaccio di stupefacenti in varie zone della città di Gravina in Puglia, con la ripartizione di ruoli e compiti (luogotenenti di zona, soggetti dediti al taglio e confezionamento dello stupefacente, custodi della droga e spacciatori al dettaglio).

Durante le attività, compendiate nella misura cautelare, sono stati sequestrati 2,5 kg circa di droga, tre pistole calibro 7.65 e 87 cartucce dello stesso calibro e documentati numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti come hashish, marijuana e cocaina, nonché la detenzione e il porto di armi, con l’arresto in flagranza di 9 persone, a vario titolo ritenute responsabili dei predetti reati.

Il gip del Tribunale di Bari, condividendo il quadro indiziario proposto dalla Procura della Repubblica di Bari DDA, ha emesso le ordinanze a carico degli indagati, eseguite a Gravina in Puglia, Loreto, in provincia di Ancona, Limone sul Garda, in provincia di Brescia, e Ancona.

Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione delle misure cautelari odierne seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo, nel contraddittorio tra le parti.