foto di repertorio

Una settimana fa il Codacons di Lecce, tramite il responsabile Cristian Marchello, aveva già denunciato l’agghiacciante strage di gatti che sta decimando la colonia felina nel basso Salento. Oggi, la questione è diventata di portata nazionale ed è la Lega per la difesa del cane Animal protection, coordinata dalla presidente Piera Rosati, che punta i riflettori su questa emergenza attraverso i microfoni de La Repubblica di Bari. Perché non si può più chiudere gli occhi dinanzi ai migliaia di gattini che nel Leccese restano uccisi dai colpi di fucili a piombini usati per la caccia.

Stando a Marchello ne sarebbero stati ritrovati già due esemplari morti e un terzo in fin di vita dopo essere stato mitragliato di pallini in piombo. La zona in cui questo massacro avviene quasi quotidianamente è San Lasi, tra Salve e Morciano di Leuca, molto frequentata da cacciatori che tendono a sparare anche vicino alle abitazioni, seminando il panico tra i cittadini. Dichiarazioni che non sono di certo piaciute ai bracconieri salentini. Nel frattempo la Lega ha sporto denuncia contro ignoti per capire chi sia il responsabile della morte di questi animali, augurandosi che presto si arrivi alla verità.

“È quanto meno ridicolo che i cacciatori si sentano diffamati da quanto dichiarato dal Codacons, che ringrazio personalmente per aver sollevato il problema – ha commentato Rosati -. Le armi utilizzate contro i membri di questa colonia felina sono quelle tipicamente utilizzate dagli appartenenti al mondo venatorio, quindi è perfettamente logico e plausibile che i responsabili siano effettivamente dei cacciatori che usano i gatti come bersagli mobili, forse per fare pratica o semplicemente per sadico e crudele divertimento”.