Dopo due giorni dal macabro ritrovamento, le strade che portano a Vito Masciaveo, scomparso il 23 aprile 2014 a 55 anni, sono verosimilmente due: l’uomo è l’unico cerignolano scomparso degli ultimi anni ed è proprio in contrada San Vito – luogo dove c’era il suo terreno con annesse telecamere – che la sera in cui si persero le sue tracce venne ripreso per l’ultima volta in compagnia dei suoi cani. I Vigili del Fuoco del nucleo speleo-alpino-fluviale stanno effettuando ulteriori ricerche nel pozzo per cercare di trovare effetti personali che possano identificare il cadavere.

Indagini complicate

Il corpo, trovato più di 48 ore fa nelle campagne di Cerignola, sembrerebbe essere in un avanzato stato di decomposizione, tanto da non avere più mani e testa. L’ipotesi delle impronte digitali, però, era già sfumata essendo rimasto per tanto tempo in acqua. Dopo il recupero, non con poche difficoltà, il cadavere è stato trasferito in obitorio in attesa dell’autopsia che la Procura disporrà nelle prossime ore.

La vicenda

Secondo una ricostruzione, Vito Masciaveo quella sera, dopo aver ricevuto una telefonata, sarebbe stato inquadrato dalle telecamere mentre con la sua auto si dirigeva verso via San Severo. Qui, pochi giorni dopo, venne rinvenuta la sua Ford Focus grigia, aperta, con le chiavi nel cruscotto e con macchie di sangue sul cofano. Sarà l’analisi del Dna a confrontare quello del cadavere ritrovato con quello prelevato dagli effetti personali di Masciaveo all’epoca della scomparsa.

Il cadavere è stato ritrovato sabato mattina dai proprietari del campo in contrada San Vito in seguito a dei problemi nel pozzo. Allertata subito la Polizia, il corpo potrebbe esser affiorato a causa dell’azione dell’acqua, che avrebbe sgretolato la corda con cui sarebbe stato legato e appesantito per ancorarlo nelle profondità della cisterna e impedire che venisse scoperto. Dopo una prima ricerca, pare non sia stato trovato alcun effetto personale, ma oggi i Vigili del Fuoco sono a lavoro per un’ulteriore ispezione.