Dalla confessione di Cosimo Calò emerge un nuovo particolare: l’intenzione dell’uomo era infatti quella di uccidere anche un secondo fratello, il 76enne Carmelo. Dopo aver colpito a morte con un fucile da caccia il fratello Antonio e la cognata Caterina Martucci la sera del 28 febbraio scorso, Calò avrebbe infatti dormito poche ore. Alle 4:22 del 1 marzo si sarebbe recato a casa dell’altro fratello, Carmelo, con le stesse intenzioni omicide, ritenendolo “causa di tutti i suoi mali”. Non riuscendo a rintracciarlo, avrebbe dovuto desistere dal suo piano e sarebbe rientrato nella sua abitazione dopo circa un’ora.

Cosimo Calò è stato fermato nella giornata di ieri, mercoledì 8 marzo. Il decreto di fermo evidenzia la “determinazione criminale” e la “pericolosità” dell’uomo e che aveva “acquistato il fucile per un preciso scopo”. A suo carico l’accusa di duplice omicidio aggravato dalla premeditazione e dal legame di parentela con una delle vittime. Calò ha confessato e ricostruito la dinamica dei fatti. Avrebbe sparato prima al fratello Antonio, 69 anni, che gli aveva aperto la porta del casolare in cui viveva, nelle campagne di Serranova, borgata del brindisino. In un secondo momento avrebbe raggiunto la cognata 64enne Caterina Martucci nella camera da letto e l’avrebbe colpita con due colpi di fucile alla testa. Calò ha spiegato anche il movente alla base del duplice omicidio: una eredità contesa, lasciata da un quarto fratello morto due anni fa e dalla quale sarebbe stato escluso.