foto di repertorio

Dalla BAT alla provincia emiliana. Scoperta frode per 9 milioni di euro sui carburanti. L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Bologna che ha arrestato e posto ai domiciliari l’amministratore di un’azienda di commercio di combustibile della provincia emiliana. Sono state denunciate 112 persone per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati in materia di accise e tributari, tra i quali la mancata presentazione di dichiarazione fiscali, riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti. In maniera preventiva il Gip ha disposto anche il sequestro di 5 milioni e 300mila euro a carico della stessa società e del legale rappresentante.

A organizzare il piano fraudolento, sarebbe un gruppo di 6 persone che si sarebbe avvalso della collaborazione di operatori economici dislocati su tutti il territorio italiano. Lo scopo sarebbe stato evitare il pagamento della accise e evadere l’Iva. La società era gestita da un soggetto privo di compentenze nel comparto petrolifero e localizzata solo formalmente presso la sede di un business center. Per la propria attività avrebbe sfruttato la licenza di esercizio di un distributore di gasolio della provincia Barletta-Andria-Trani.

L’azienda come destinatario registrato, cioè autorizzato a ricevere prodotti non ancora sottoposti ad accisa, avrebbe acquistato 15 milioni di litri di gasolio, per un valore di 9 milioni di euro. Il carburante era caricato su autobotti da trasportatori complici dei traffici, per non giungere mai all’impianto di distribuzione di BAT per il rifornimento di pescherecci. Infatti il gasolio era destinato a uso motopesca, settore che gode di un regime fisale agevolato, ma in realtà era ceduto in contrabbando a circa un milione e mezzo in meno a litro rispetto al prezzo di mercato.

Grazie ai controlli incrociati e ai riscontri in banche dati, la Finanza ha identificato i diversi soggetti con sedi nella provincia di Bologna che commerciano all’ingrosso prodotti petroliferi, pur senza depositi e senza posizioni fiscali a fini doganali. Gli operatori identificati sono stati segnalati con l’accusa di ricettzione all’Autorità Giudiziaria.