Un uomo ha dichiarato di essere stato azzannato a un braccio da un pitbull lasciato libero nella piazza dei Papi.

Il processo per la presunta lottizzazione abusiva per realizzare i palazzi di Via Pappacena a Poggiofranco, imputata al costruttore Daniele Giulio Degennaro, potrebbe finire con la prescrizione. Secondo la Procura, il presunto reato sarebbe prescritto già dal 2012. Lo stesso anno in cui è stata inviata la conclusione indagini, che all’epoca riguardava anche Giovanni Degennaro, fratello di Daniele, poi deceduto. Il processo cominciò il 9 maggio 2013 e si concluderà nel 2023, a distanza di 10 anni esatti. 

Nell’udienza di ieri, il PM Baldo Pisani ha chiesto che venga dichiarata la prescrizione e che non sia disposta alcuna confisca, poiché tale provvedimento sarebbe sproporzionato. L’avvocato Luigi Paccione, che rappresenta il Comitato di Cittadinanza Attiva nel quartiere Poggiofranco, costituito parte civile, ha invece insistito per la condanna dell’unico imputato, ritenendo che non sia stata indicata una data certa a cui riferire l’ultimazione delle opere e da cui far quindi decorrere la prescrizione. Di opposto avviso l’avvocato Gaetano Castellaneta, che già nel 2016 aveva chiesto la dichiarazione di prescrizione alla giudice Chiara Civitano. Da allora, la magistrata si è trasferita ad altro ufficio. Il processo è stato assegnato ad un collega. Poi sono arrivati, nell’ordine, lo sgombero del tribunale, lo spostamento a Poggiofranco e l’emergenza Covid. Situazioni che hanno fatto precipitare nel limbo i processi non troppo urgenti, tra cui il suddetto. 

Gli edifici sono alti 13 piani, con 350 appartamenti. Teoricamente destinati alle Forze dell’Ordine e poi acquistati da altri, tra cui politici e parenti di amministratori. Nonché alcuni abusivi, secondo la Procura, poiché il procedimento amministrativo a monte sarebbe mancante di una serie di atti e con accordo di programma risultato privo di efficacia. In relazione al procedimento autorizzato, una mano è arrivata dal Comune di Bari, che nel febbraio scorso ha adottato una delibera che segue la strada del reperimento di aree da destinare ad istruzione primaria e attrezzature d’interesse comune, indicata dal TAR e poi dal Consiglio di Stato. Anche rispetto a quella soluzione, tuttavia, le parti civili ritengono che non sia sufficiente. A chiudere il processo, dunque, potrebbe essere la prescrizione.