Giuseppe Rizzi, l’ex oncologo dell’Istituto Tumori di Bari agli arresti domiciliari dal 29 maggio scorso, con l’accusa di concussione aggravata e continuata, contestata in concorso con la compagna, l’avvocatessa Maria Antonietta Sancipriani, si è avvalso dalla facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia dinanzi al gip Tribunale di Bari, Giovanni Anglana, che si è celebrato da remoto nel rispetto delle norme Covid.

Il medico, assistito dall’avvocato Gaetano Sassanelli, ha detto di “non essere in grado di reggere un interrogatorio”, riservandosi di farlo nei prossimi giorni.

Stando alle indagini dei carabinieri, coordinate dal pm Marcello Quercia, Rizzi tra dicembre 2018 e dicembre 2019 si sarebbe fatto pagare più di 130mila euro da un paziente, poi deceduto, per somministrargli farmaci oncologici salvavita gratuiti. Nei mesi scorsi il medico è stato licenziato.

Dopo la notizia dell’arresto, altri ex pazienti e loro familiari hanno denunciato episodi simili. Tutte segnalazioni, alcune fatte sui social e acquisite dagli investigatori e altre depositate formalmente in caserma, sulle quali si concentreranno le prossime indagini.

Gli inquirenti avevano già avuto il sospetto che ci fossero altre presunte vittime, dal momento che in sede di perquisizione il giorno dell’arresto, nella sua abitazione, i militari avevano trovato quasi 2 milioni di euro in contanti.