La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per 14 imputati, tra imprenditori ed ex vertici della Banca popolare di Bari, per i reati di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio relativi al crac delle società Fimco e Maiora del gruppo imprenditoriale Fusillo di Noci.

Stando alle indagini della Guardia di Finanza, coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dal sostituto Lanfranco Marazia, l’istituto di credito barese sarebbe stato complice del fallimento delle società del gruppo Fusillo, di fatto gestendo buona parte delle operazioni finanziarie che in un decennio hanno portato al fallimento.

Gli imprenditori, con la complicità dei vertici della banca, avrebbero così dissipato i beni aziendali con cessioni di quote e immobili per almeno 93 milioni di euro fino al 2019 e accumulato debiti stimati in circa 430 milioni di euro.

Oltre agli imprenditori Emanuele, Giacomo, Giovanni e Vito Fusillo e a Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio rispettivamente ex presidente ed ex condirettore generale della banca, rischiano il processo l’ex amministratore delegato dell’istituto di credito barese, Giorgio Papa, gli ex dirigenti della Popolare di Bari Nicola Loperfido e Benedetto Maggi e gli imprenditori Massimiliano Curci, Vincenzo Elio Giacovelli, Nicola Valerio Lamanna, Salvatore Leggiero e Girolamo Stabile.