La vita di Maurizio è cambiata nel 2007, quando ha scoperto un danno causato da colpa medica per un intervento a cui era stato sottoposto nel 1996 in seguito a un incidente stradale.

Dopo una caduta avvenuta nel 2007, Maurizio si è recato al Pronto Soccorso per un grosso ematoma comparso sull’arto. “I medici mi hanno prelevato il liquido che si era formato nella gamba e hanno scoperto che era dovuto a un grave problema di salute. Sono andato all’ospedale Fallacara di Triggiano per degli accertamenti e ho scoperto di essere affetto da una grave infezione che, stando alle analisi, è nata dopo le trasfusioni del lontano 1996”.

Scoperto questo, Maurizio ha deciso di intentare causa e di chiedere nel 2008 l’invalidità. “Il processo si è concluso con la mia vittoria nel 2015. Il Ministero della Salute ha liquidito tutta la parte retroattiva ed è stato nominato un Commissario ad acta per far fronte a una sentenza del Tar che obbliga la Regione Puglia, nella fattispecie il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl, a pagarmi il vitalizio”.

“Nonostante i solleciti del mio avvocato, del Commissario ad acta e della Regione – incalza Maurizio -, il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl non ha mai risposto alle mail e da 5 anni aspetto di avere quello che è mio di diritto”.

“Il vitalizio non è stato bloccato dalla Giustizia – spiega l’avvocato Michele De Marzo -, perché in questo caso è stata fatta, ma dalla burocrazia. Capiamo che il periodo è quello che è, ma questi solleciti partono da molto prima che scoppiasse la pandemia. La sentenza deve essere eseguita e se continueranno a non rispondere saremo costretti, nonostante non sia nelle nostre intenzioni, a procedere con l’azione esecutiva e con il pignoramento che attingerà direttamente dalle casse pubbliche, causandone un aggravio”.

Il periodo di certo non è facile per il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl, ma chiediamo al dottor Lagravinese di sollecitare chi di dovere e rispondere al signor Maurizio, che ha diritto al vitalizio per una malattia causata da un errore.