“Non bastava aver sfondato il muro di oltre un centinaio di casi di ammalati di Covid-19 e cinque morti, è arrivato anche il primo focolaio nella rsa di via Russolillo. Rimasta indenne nello scorso marzo-aprile, a differenza di tante altre strutture sanitarie per anziani della provincia e della Regione, la Residenza Sanitaria Assistenziale di Mola, per forza di cose e com’era logico aspettarsi, è stata ora coinvolta e trascinata nell’agone dell’infezione”.

A scriverlo è la sezione di Mola del Partito Socialista Italiano.  “Al momento in cui scriviamo, sabato 19 dicembre, sono 11 gli anziani ricoverati risultati positivi, mentre 5 operatori sanitari presentano sintomi associabili al contagio – si legge nel comunicato -. V’è da dire che la situazione è sotto controllo, ben gestita dall’azienda che ne ha la conduzione, che ha sottoposto a tampone tutti, operatori e pazienti, ed è in attesa dei risultati dei ben 46 soggetti sottoposti alla verifica, mentre solo due hanno ottenuto l’esito, che per fortuna è negativo”.

“Quello che però desta l’allarme massimo è la contingenza della commistione nella stessa struttura di altri servizi socio-sanitari – spiega -. Infatti convivono nel medesimo complesso RSA e Guardia Medica, postazione del 118, CUP e diversi ambulatori di svariate specialità mediche, con afflusso giornaliero di medici, operatori sanitari, personale altro dei servizi e, soprattutto, tantissimi cittadini utenti dei servizi. Sennonché, come abbiamo più volte denunciato, la situazione alla RSA non è proprio sotto sicurezza: personale ridottissimo, che ha anche portato alla chiusura o al depotenziamento dei servizi; mancanza di triage (azzardato in questo periodo tanto delicato) all’ingresso unico dell’edificio; mescolanza di utenti tra struttura per anziani e fruitori dei diversi servizi socio-sanitari e ambulatoriali presenti”.

“Già in passato, con l’avvento della prima esplosione Covid, si era pensato ad una divisione fisica dei due servizi, ma l’Asl di Bari, proprietaria dell’intero complesso, non ne ha fatto nulla, col risultato odierno dell’ammassamento di utenza all’ingresso della struttura – continua -. Questa è la fotografia della realtà odierna, di una sanità molese non all’altezza di un paese progredito, dei tanti torti subiti senza reazione adeguata, che da troppo tempo andiamo lamentando, vox clamantis in deserto, per riportare servizi sanitari scippati in passato senza contropartite degne di questo nome”.

“Siamo a Natale e vogliamo esser buoni e non aggiungiamo altro, ma ci rendiamo conto che non c’è più spazio per attendere ancora – conclude la sezione locale del Psi -. Quanti appelli dobbiamo ancora fare prima d’intervenire seriamente sulla tutela della salute dei nostri concittadini? Necessita più che mai ritrovare l’unità di intenti per rigenerare il paese ed evitare ulteriori danni alla collettività”.