La Corte di Assise di Appello di Bari ha confermato la condanna a 20 anni di reclusione, inflitta in primo grado con il rito abbreviato nel settembre 2017, nei confronti del pregiudicato 53enne barese Domenico Velluto, imputato per l’omicidio volontario del 26enne Rocco Sciannimanico, ucciso il 14 febbraio 2001.

Inizialmente l’inchiesta era stata archiviata per insufficienza di prova a carico dei sospettati. Le parole dell’ex moglie di Velluto, rilasciate 14 anni dopo l’accaduto, hanno consentito di ricostruire quanto accadde quella sera di San Valentino e quindi di riaprire il caso.

La donna aveva aspettato il marito per due ore sotto casa, al suo arrivo, attorno alle 22, l’uomo la portò sul luogo del delitto per respingere le accuse di lei che lo credeva con l’amante.

Grazie alla testimonianza dell’ex moglie di Velluto, diventata poi testimone di giustizia, e di ulteriori accertamenti disposti dalla Dda di Bari, è stato anche accertato il movente dell’omicidio, un debito per una partita di droga non pagata.