Salvare l’avvocatura barese, flash mob di protesta degli avvocati questa mattina davanti al Tribunale civile di Bari, in piazza Enrico De Nicola. Una manifestazione dal forte contenuto simbolico, un cestino sul bordo della fontana con dentro le chiavi degli studi, destinate dai professionisti alla Presidenza della Corte di Appello.

La manifestazione è stata voluta per dare voce alla grave sofferenza economica che sta
patendo l’avvocatura italiana, in generale, e quella barese in particolare. La sostanziale paralisi della giustizia non solo sta provocando gravi danni economici, ma sta pregiudicando la legittima pretesa di tutela dei diritti da parte della collettività.

In ossequio alle prescrizioni previste a tutela della salute e della incolumità pubblica, gli avvocati chiedono che venga ripresa l’attività giudiziaria al fine di evitare il sistema Giustizia finisca una volta per tutte con le gambe all’aria.

I Giudizi subiscono rinvii anche a oltre un anno, la mancata prestazione lavorativa dei
dipendenti del Ministero della Giustizia determina un accumulo di lavoro che sarà causa di
ulteriori problemi per la ripresa dei servizi. Ogni Tribunale, spiegano, si è dato un modello organizzativo diverso per affrontare l’emergenza sanitaria, e ogni singolo Tribunale di giorno in giorno provvede ad adottare diverse misure di gestione dei presidi e delle udienze causando caos tra la classe forense e nella stessa erogazione del servizio pubblico essenziale.

Gli avvocati hanno chiesto di poter riprendere a lavorare nel rispetto della
Costituzione, dei Codici di procedura vigenti, con servizi normali di Cancelleria e di
celebrare processi in aula, nel rispetto di protocolli di sicurezza unici su tutto il territorio
nazionale.

Chiedono al Ministro Buonafede di porre fine a questo stato di caos con la previsione di
una linea procedurale comune su tutto il territorio nazionale e di dare in concreto avvio
alla ripresa dell’attività giudiziaria come si sta, al contrario, realizzando per tutte le altre
attività. Al Presidente della Repubblica, invece, di controllare il rispetto della Costituzione: uno Stato dove la Giustizia rimane sospesa, fanno notare, pone evidenti problemi di rispetto della Carta Costituzionale.