Un terreno agricolo di 15mila metri quadrati trasformato in discarica di frammenti plastici, ferrosi e carta. In questo caso, però, la caccia ai luridi è finita prima che potesse cominciare. Si tratta, infatti, di ciò che resta dei fuochi pirotecnici fatti esplodere a Casamassima, in occasione delle ultime due feste in onore della Madonna del Carmelo e San Rocco.

Il campo fuochi, uno dei pochi rimasti in paese per via degli stringenti requisiti previsti dalla legge, è quello individuato proprio di fronte alla terra di proprietà di Giuseppe Labbellarte e la sua famiglia. L’uomo, dopo il disastro causato dalla prima esplosione, aveva presentato un esposto per segnalare quanto successo, mettendo in guardia l’amministrazione sulle analoghe e ovvie conseguenze della festa di San Rocco.

Finora era stato bonificato solo il campo fuochi, ma non tutti i terreni limitrofi e per questo, insieme al titolare del fondo, siamo andati a chiedere spiegazioni a Francesco Prigigallo, comandante della Polizia Locale di Casamassima. Il problema sarebbe stata la “latitanza” degli organizzatori delle due feste, ai quali spetta il compito della pulizia dei terreni circostanti a quelli in cui avvengono le esplosioni.

Il comandante Prigigallo ha annunciato il suo impegno per la risoluzione della faccenda e in queste ore Giuseppe Labbellarte è stato contattato per fissare l’appuntamento del sopralluogo. Scavando scavando, per fortuna non nel terreno evitando di inquinarlo con i resti dei fuochi d’artificio, abbiamo scoperto che a Labellarte, come al contrario previsto dalla norma, non era stato chiesto il consenso per l’esecuzione dei fuochi.

Resta il problema della mancanza di spazi idonei, gli spari pirotecnici in onore dei santi patroni potrebbero essere a repentaglio, dopo la leggerezza con cui si sono gestite quelle appena trascorse di agosto e settembre.