“Non abbiamo bisogno di mettere speciali limitazioni per evitare che i nostri figli si colleghino a Youporn. È sufficiente si affaccino al balcone di casa o stiano in macchina sul sedile posteriore affinché possano godere di una scena hard sempre nuova. L’estate scorsa abbiamo vissuto un incubo”. Rosa abita al quartiere Sant’Anna, a pochi passi da dove i clienti parcheggiano dopo aver caricato le prostitute sulla complanare est della statale 16, all’altezza di San Giorgio, in direzione del centro di Bari.

Gli ultimi due nostri articoli hanno sollevato diversi interrogativi. Nessuno vuole sostituirsi alle forze dell’ordine e di polizia, men che meno puntiamo il dito contro le ragazze, nella maggior parte dei casi sfruttate da gente senza scrupoli. Qualcosa, però, va fatta.

“Avrò chiamato decine di volte ai numeri d’emergenza per segnalare scene di sesso in pieno giorno – racconta la mamma – ma nella migliore delle ipotesi mi sono sentita dire che non possono intervenire per evitare che durante la fuga una di quelle ragazze possa essere investita. E poi mi è stato detto chiaramente che non ci sono abbastanza risorse e mezzi per fare servizi specifici per beccare i protettori, quei maledetti che tengono in pugno le vite di quelle poverette”.

La complanare continua ad essere trafficatissima. “Non sappiamo più che fare – continua Rosa – è facile parteggiare per le prostitute, invocare la libertà di fare sesso con chi si vuole, ma nessuno pensa a noi, ai nostri figli. Il Sindaco firmi un’altra ordinanza che vieti gli atti osceni, ma poi ricordasse anche di mandare qualcuno a controllare che il provvedimento venga rispettato. Non sia solo l’ennesimo spot pubblicitario”.