“La Siart srl e la Siart Immobiliare facevano da mero schermo per dissimulare la reale proprietà dei beni in capo alla Cerin srl”. Questa la ricostruzione dei militari delle Fiamme Gialle che questa mattina ha portato a un maxi sequestro del valore di oltre 4,3 milioni di euro.

I sigilli sono scattati per 13 immobili, appartenenti sia alla Siart Immobiliare che alla Cerin srl, fra cui un laboratorio artigianale a Statte, un grande compendio immobiliare a Santo Spirito denominato “Istituto Pontificio delle Maestre Pie Filippine”, un locale a Bitonto e un immobile di ampie dimensioni a Palese.

Il sequestro affonda le radici nelle indagini già svolte dalla Guardia di Finanza di Bitonto nei confronti della Cerin Srl che, secondo la Procura, si sarebbe appropriata di oltre 4 milioni di euro durante l’attività di riscossione dei tributi locali per il Comune di Bitonto.

Nell’aprile del 2016 era stato già emesso un primo decreto di sequestro per immobili e rapporti finanziari di Giuseppe Donato Colapinto, ex amministratore unico della Cerin Srl. Un sequestro che risultò in parte impossibile perché “molti immobili erano stati venduti alla Siart Srl, dalla cui scissione è nata poi la Siart Immobiliare”. Ma le successive indagini hanno permesso di scoprire quella che, a detta degli investigatori, era “la natura di mero schermo della Siart, finalizzato a dissimulare la reale proprietà dei beni in capo alla Cerin”.

La Procura contabile, con richiesta a firma del Vice Procuratore Generale Carlo Picuno, ha quindi ottenuto il sequestro di tutti i beni che sarebbero stati acquistati da Siart e poi fatti transitare in Siart Immobiliare. Il sequestro, eseguito dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria insieme agli Ufficiali Giudiziari di Bari, è finalizzato a conservare la garanzia patrimoniale per il Comune di Bitonto.