Quarantanove condanne e pene comprese fra i 12 anni e 8 mesi e i 3 anni e 8 mesi per altrettanti presunti affiliati al clan Strisciuglio. È quanto ha chiesto la Direzione distrettuale antimafia di Bari, tra gli imputati anche il Domenico Strisciuglio, detto «Mimmo la luna», e suo fratello Sigismondo, ritenuti a capo dell’omonimo clan.

Le accuse, a vario titolo, sono di associazione mafiosa, traffico e spaccio di droga, detenzione di armi ed esplosivi, lesioni personali aggravate, estorsioni. Il periodo di riferimento per i reati contestati va dal 2011 al 2015. Tra gli imputati anche Eugenia Prudente, unica donna del clan, accusata di aver portato droga in carcere al marito Sigismondo Strisciuglio. Per lei l’accusa ha chiesto 10 anni di reclusione.

Tra i fatti contestati ci sono anche una gambizzazione avvenuta a Bari ad aprile 2012 e l’estorsione a un costruttore, a cui i presunti affiliati al clan Michele Tesauro e Silvano Scannicchio avrebbero imposto nel 2012 un contratto di guardiania per 1500 euro al mese. Per i Carabinieri, il clan avrebbe gestito lo spaccio di droga a Barivecchia, al Libertà, a San Girolamo, Carbonara, San Pio e Santo.