Solidartietà e vicinanza a Francesco Ferrara, il ragazzo 22enne di Valenzano rimasto coinvolto martedì scorso in un incidente poco prima delle ore 23 in via Giulio Petroni, a Bari. Il centauro, in compagnia di alcuni amici, non s’era accorto che un’auto stava svoltando e ci è finito contro con la sua moto. Sui momenti successivi all’incidente e sui soccorsi si sono accese feroci polemiche.

A scatenarle sarebbero stati una dottoressa e suo marito, anch’egli dottore, che dicono di aver chiamato il 118 e di aver dovuto attendere l’ambulanza per mezzora. A detta loro, però, non si tratterebbe della metaforica mezzora che si indica quando in quei momenti il tempo sembra non passare mai, ma di 30 minuti effettivi. Siamo stati contattati da un paio di testimoni di quanto accaduto subito dopo lo schianto. Forniamo quindi il nostro contributo alla spiegazione di quanto successo.

Ci raccontano di una donna sui 60 anni intenta a riprendere tutto col cellulare e di un uomo che sollecitava i soccorritori a fare al meglio il proprio lavoro. Sì, perché quello è un lavoro. Tutto questo mentre uno degli operatori del 118 chiedeva alla signora cosa stesse riprendendo col suo telefonino. Sempre secondo quanto siamo riusciti a constatare, pare che nessun medico si sia palesato al momento dell’incidente, dando le cure necessarie a Francesco e che non lo abbia fatto neppure all’arrivo dei soccorritori, ai quali il ragazzo per ora deve la sua vita.

L’infermiere dell’ambulanza, infatti, è riuscito a trovare un primo accesso venoso bucando un piede e poi un secondo accesso al braccio, dopo che gli altri due componenti dell’equipaggio erano riusciti a tagliare una manica del rigido giubbotto da motociclista. Mezzora per i soccorsi, dice la dottoressa. In realtà, però, la filiera dell’intervento racconterebbe un’altra verità. La prima chiamata di segnalazione alla centrale operativa del 118 sarebbe arrivata alle 22.59.19 e poi un’altra 18 secondi dopo.

La prima fatta dai carabinieri, l’altra dal telefono fisso della vicina pizzeria Tarantini. Questo raccontano dalla Centrale operativa del 118. In mezzo, alle 22.59.26 la chiamata che ha allertato l’ambulanza, con sede in viale Orazio Flacco, alla ex Centrale del latte. Alle 23.06.11 l’arrivo dei soccorritori sul posto, mentre alle 23.23.25 Francesco è stato portato al pronto soccorso, confermano ancora dalla Centrale operativa. Insomma, non solo non sarebbe passata mezzora tra la chiamata e l’arrivo del ragazzo in ospedale, ma tutto l’intervento si sarebbe risolto in appena 23 minuti.

Tutto questo mentre la signora continuava a riprendeva la scena col cellulare e suo marito redarguiva chi stava operando. Speriamo solo che il medico accusatore non sia quella signora col telefonino e neppure suo marito. Sarebbe un fatto gravissimo. Tra l’altro, solo per la cronaca, l’ambulanza partita da viale Orazio Flacco per raggiungere via Giulio Petroni un martedi serà senza traffico alle ore 23, è la stessa che ha raggiunto, sempre da viale Orazio Flacco, il luogo del disastro ferroviaro nelle campagne tra Andria e Corato il 12 luglio scorso. In quel caso davvero ci impiegò mezzora. Con la speranza che Francesco sopravviva, sembra necessario fare chiarezza sull’incidente, in modo da non screditare chi si è fatto in quattro per dare al giovane una chance.