Attestavano fittiziamente la residenza sul territorio nazionale, mentre erano trasferiti da tempo in altri Paesi. Il loro scopo continuare a beneficiare dell’«assegno sociale», mediamente di 450 euro mensili, spettante agli ultra 65enni residenti e domiciliati in Italia con redditi modesti.

Dai controlli effettuati in 48 comuni è emersa una maxi-truffa da 5,6 milioni di euro, perpetrata nei confronti dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale. L’operazione Eldorado delle Fiamme Gialle baresi, ha permesso di individuare e denunciare all’Autorità Giudiziaria 174 persone, falsamente residenti in provincia di Bari e nella BAT, per “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato” (316 ter c.p.), “falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico” (483 c.p.) e “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” (640 bis c.p.).

I fruitori di fatto non più residenti nel nostro Paese, per poter continuare a riscuotere i ratei mensili, si avvalevano della complicità dei propri congiunti, questi si residenti in Italia, cointestatari o delegati ad operare su conti correnti o libretti di risparmio sui quali confluivano le pensioni erogate dall’INPS.

Tra i pensionati anche 100 cittadini extracomunitari i quali sono stati segnalati alla Questura di Bari per la revoca del permesso di soggiorno. Numerosi gli accertamenti bancari effettuati sui conti correnti intestati agli indebiti percettori, che hanno consentito di sequestrare somme, costituite dai ratei dell’assegno sociale, pari a circa 150 mila euro.
Prezioso per gli accertamenti è stato il contributo fornito da organi consolari stranieri ed, in particolare, di quelle albanesi.

A 47 beneficiari è stato contestato l’illecito amministrativo con sanzioni per oltre 60 mila euro, per aver indebitamente percepito importi inferiori a 4 mila euro. Tra i tanti casi riscontrati, anche quello di una anziana signora che utilizzava le somme indebitamente riscosse per trascorrere piacevoli periodi di vacanza in alcune località europee. Persino tre pensionati defunti da tempo usufruivano dell’assegno mensile. I figli, sostituendosi ai genitori, continuavano a percepire da diversi anni le somme non dovute, “omettendo”, la prevista comunicazione della dipartita dei propri cari, all’Istituto erogatore.

Altri, invece, cui era stato riconosciuto lo status di rifugiati politici, erano tornati stabilmente nel proprio Paese, mantenendo tuttavia la pensione sociale. Nel corso delle indagini, inoltre, è emerso che fruitori, di fatto residenti all’estero, erano rientrati in Italia il giorno precedente la convocazione presso gli uffici della Guardia di Finanza.

Le Direzioni Provinciali dell’INPS di Bari ed Andria, a seguito delle segnalazioni della Guardia di Finanza, hanno disposto la revoca e, nei casi meno gravi, la sospensione dell’erogazione delle prestazioni sociali, richiedendo nel contempo ai “finti residenti” la restituzione delle somme indebitamente percepite. I risultati dell’attività investigativa consentiranno un risparmio annuo per le casse dell’Istituto di Previdenza di circa 1,7 milioni di euro.