Per il Tribunale del Riesame di Bari Hakim Nasiri e i suoi connazionali afghani Surgul Ahmadzai e Qari Khesta Mir Akhmazai, sono terroristi e si sono “associati per compiere atti di violenza con finalità di terrorismo internazionale”. È per questa ragione che secondo i giudici devono essere arrestati come chiesto dalla Procura. Vanno dunque arrestati e portati in carcere.

Nasiri venne arrestato dai Carabinieri a maggio scorso, ma dopo l’interrogatorio fu rilasciato e per il momento non andrà in carcere. “Gli elementi probatori raccolti – sostengono i magistrati del Riesame – attestano l’adesione all’ideologia che individua in azioni di martirio, da perseguire anche a costo dell’inevitabile sacrificio di civili innocenti, ciò che rivela in massimo grado la finalità terroristica”.

A supporto della decisione, i giudici elencano immagini di armi e alcuni video, considerati sopralluoghi di obiettivi militari, aeroporti, centri commerciali e alberghi in Italia e in Inghilterra. Tutto materiale trovato nei telefonini degli indagati.

“Come tristemente registrato nel recente passato – scrivono i magistrati – gli obiettivi che il terrorismo spinge a colpire non sono più luoghi simbolo, universalmente conosciuti e per questo particolarmente protetti”.

Sarebbero gravi gli indizi a carico degli indagati. Nasiri, nel corso dell’interrogatorio davanti al gip, si era difeso dicendo di non aver commesso atti di violenza o appoggiato l’estremismo islamico. Il Riesame, al contrario del gip, ha condiviso l’impostazione dell’accusa: “… Il gruppo degli indagati si è coordinato, sotto l’egida di una comune ideologia estremista, soprattutto per studiare ed individuare possibili obiettivi, mantenendo, nel frattempo, anche grazie a disponibilità di denaro di fonte ignota, contatti interni ed internazionali tutti da definire ma certamente gravemente indiziari e ponendo, dunque, in essere concretamente azioni volte a rafforzare l’ampia struttura organizzata, che inonda il web di richiami alla guerra santa, di minacce di attentati e  di esaltazione di azioni di martirio. La difesa farà ricorso in Cassazione.