Nel mezzo del cammin di via Petroni,
mi si piantò per strada il mezzo Amtab
che ai passegeri avea rotti i coglioni.

Ahi, quant’era, è a dir sì cosa dura
mirar quel conducente che armeggiava
per far tornare in marcia la vettura.

Noi scherziamo, ma oggi nuovamente è andato in scena quel dramma tragicomico che noi chiamiamo Amtab. Teatro di oggi, la linea 11\. La mattina non era cominciata bene: sulla linea 11 la corsa delle 7.43 non era partita. Quella delle 7.43 sì, ma la vettura si era fermata a Loseto per non partire più. Tutti a terra.

veniamo alla linea 11\. Alle 8.12, la vettura 7054 si ferma in via Giulio Petroni, davanti all’Opera Don Guanella. Decine le persone stipate a bordo (la corsa precedente non è passata, quindi questa è carica di passeggeri), ma l’autobus non accelera: si è accesa la spia del circolo del gasolio. Tutti a terra.

Il conducente è costretto a scendere e armeggiare nel vano motore (operazione che non gli compete) per far ripartire la macchina. Resettando i computer di bordo, cioè aggirando il problema, la vecchia vettura riparte (fino a quando la spia non si accenderà di nuovo, ma come si dice, the show mut go on). Tutti a bordo.

La corsa precedente è saltata, quella successiva non partirà. Questo guasto ha portato 12 minuti di ritardo alla vettura e il conducente è costretto a compensare questo gap in qualche modo, accelerando dove può. Tutti a bordo si lamentano, con l’autista ovviamente.

Le chiamano corse, forse perché gli autisti Amtab sono costretti ad andature veloci per colmare i ritardi dovuti a mancanza di macchine e guasti. Il dramma dell’11 è un copione già visto. Nulla di nuovo. E tutto questo a poche ore dall’incontro in Prefettura tra Amtab e sindacati per scongiurare lo sciopero. Sarebbe utile quantomeno, per una questione di onestà intellettuale, apporre sulle porte dei mezzi l’avviso: “Lasciate ogni speranza, o voi ch’entrate”