Federico Perrone Capano, pubblico ministero della Procura di Bari, ha chiesto 60 condanne a pene comprese fra l’ergastolo e sei mesi di reclusione per altrettanti presunti affiliati al clan Di Cosola. Gli imputati sono chiamati a rispondere a vario titolo di estorsione, associazione mafiosa, traffico di droga e armi.

Nella lunga lista di reati contestati c’è anche l’omicidio di Giuseppe Mizzi, operaio ucciso per errore a Carbonara nel marzo del 2011. Del delitto è accusato il boss Antonio Battista per il quale la Procura ha chiesto l’ergastolo. Battista sarebbe stato il mandante dell’omicidio, per il quale sono già stati condannati con rito abbreviato in secondo grado i presunti esecutori materiali, Emanuele Fiorentino e Edoardo Bove ai quali sono stati accordati rispettivamente 20 anni e 13 anni e quattro mesi di reclusione.

Tra gli imputati che rischiano condanne ci sono anche Antonio Di Cosola, oggi collaboratore di giustizia, e sua moglie. La donna è accusata di essere la cassiera del clan e di riportare agli affiliati gli ordini impartiti dal marito detenuto in carcere.