La Polizia di Stato è intervenuta a Modugno, unitamente a personale della Polizia Municipale, per rimuovere una targa in metallo affissa abusivamente in Via Piemonte (quartiere S. Paolo), tra i civici 74 e 76.

La targa riportava la dicitura “In ricordo di Antonio Romito Claudio Fanelli Vitantonio Fiore. Resterete per sempre nei nostri cuori. Gli amici. Bari 19.5.2013”. La rimozione è stata eseguita a fronte di un provvedimento emesso dal Sindaco di Modugno, su segnalazione della Squadra Mobile della Questura di Bari.

A tal proposito si ricorda che, nella mattinata del 19 maggio 2013, le tre persone in memoria delle quali la targa era stata apposta persero la vita, proprio in quella strada, in un agguato ad opera di un commando i cui componenti erano armati di un fucile automatico AK 47 Kalasnikov e di una pistola semiautomatica calibro 9 per 21.

Il sopralluogo operato nell’immediatezza dei fatti consentì di accertare come il Fiore indossasse un giubbotto antiproiettile e detenesse una pistola cal. 9; ad essere armato era anche il Romito, il quale aveva indosso un revolver calibro 38.

Le indagini sviluppate dalla Squadra Mobile hanno consentito di qualificare tale grave fatto di sangue come risposta armata all’assassinio di Giacomo Caracciolese, capo dell’omonimo clan, ucciso in via Nizza il precedente 5 aprile.

Il 6 settembre successivo la Squadra Mobile eseguì una ordinanza, applicativa della misura cautelare in carcere, a carico di 8 persone, ritenute responsabili a vario titolo sia del triplice omicidio di Via Piemonte sia di quello di Via Nizza.

L’ipotesi accusatoria è che la materiale esecuzione dell’assassinio del Caracciolese sia opera di Vitantonio Fiore e di Donato Cassano, suo cognato, e che, pertanto, l’omicidio del Fiore – e quello del Romito e del Fanelli che gli erano vicini in quel momento- rappresenti la risposta all’evento del 5 aprile e sarebbe stato consumato, per vendetta, da un gruppo guidato Moretti Antonio, braccio destro di Caracciolese.