Grande spavento questa mattina a Pane e Pomodoro dove intorno alle 10.00 tre adolescenti e una bambina di 6 anni allontanatesi a bordo di un materassino fin dopo i frangiflutti, anche a causa del mare leggermente mosso, non riuscivano più a tornare riva. Le ragazzine, perso il controllo del gonfiabile e prese dal panico, hanno iniziato a cercare aiuto richiamando l’attenzione del bagnino, che con l’ausilio di tre bagnanti ha reso lieto il finale di questa storia.

Il problema sicurezza sulla spiaggia di Pane e Pomodoro resta tuttavia più vivo che mai. Due settimane fa un tuffo spericolato ha costretto sulla sedia a rotelle un ragazzo di 22 anni. Sabato scorso un’altra acrobazia da spiaggia ha imposto ad un giovane di origine albanese sette giorni di collare. I bagnini che presidiano la spiaggia, personale qualificato e professionale, sono in tutto cinque: tre a terra e due sulle torrette. Un numero senza dubbio adeguato per la grandezza del lido ma che evidentemente non garantisce l’incolumità dei bagnanti.

Sono tre i punti salienti che saltano all’occhio di chi decide di approcciarsi alla questione. Il primo riguarda gli orari in cui sulla spiaggia è garantito il servizio di assistenza ai bagnanti. Non una mancanza di chi il servizio lo gestisce piuttosto una grave lacuna del bando di gara costruito dal Comune: i cinque bagnini infatti lavorano dalle 10 alle 18. Qualsiasi cosa succeda prima o dopo quella fascia oraria, che Dio ce la mandi buona. Solo nei weekend la spiaggia è sorvegliata per un lasso di tempo più ampio ma esclusivamente grazie all’aiuto dei volontari della Scuola Cani Salvataggio Nautico che ogni sabato e ogni domenica dalle 8 alle 12 e dalle 17 alle 19.15 vanno ad implementare il servizio con i loro amici a quattro zampe.

Il secondo punto, invece, chiama in causa l’organizzazione della sorveglianza. Possibile che sui due blocchi di frangiflutti non ci sia nemmeno un assistente ai bagnanti? Possibile. La sola presenza di un bagnino in quella delicatissima zona della spiaggia eviterebbe tuffi spericolati, laddove ormai l’acqua è profonda meno di un metro e mezzo, e magari richiamerebbe all’ordine bagnanti dalla vena troppo esplorativa lanciati in mare aperto.

Infine, non tutti avranno notato che sulla spiaggia di Pane e Pomodoro non si vede alcun corridoio di lancio per i mezzi di soccorso. Questo all’atto pratico vuol dire che ogni volta che i soccorritori sono chiamati all’utilizzo del pattino, sono chiamati anche ad un articolato e difficilissimo slalom gigante fra i bagnanti.

I problemi ci sono, tuttavia non ci sembrano insuperabili. La speranza è che qualcuno se ne renda conto prima che ci scappi il morto. Fin qui la prevenzione. Per quanto riguarda la cura invece, un consiglio che ci sentiamo di dare all’amministrazione è quello di coinvolgere le associazioni di volontariato che si occupano di soccorso ma che non gestiscono postazioni del 118. In questa maniera, in caso di incidente, ci sarebbero attrezzature adeguate e uomini pronti a intervenire in tempi rapidi, in attesa che arrivi un’ambulanza del 118. In questo periodo infatti, a causa dell’aumento delle chiamate, spesso le ambulanze arrivano da postazioni più lontane (in uno dei casi più recenti capitati proprio a Pane e Pomodoro, il mezzo arrivava da Palese) allungando sensibilmente i tempi del soccorso.