I documenti sembravano in regola, per l’Inps quegli 831 braccianti agricoli lavoravano a tutti gli effetti per quelle imprese che ne avevano dichiarato l’assunzione. Con tutto quel che conseguiva in termini di prestazioni assistenziali come indennità di malattia e di maternità. Successive indagini approfondite, però, hanno rivelato la natura fittizia di quei rapporti di lavoro. È quanto hanno riferito i Carabinieri del comando di Bari, che in collaborazione con alcuni ispettori locali dello stesso istituto previdenziale hanno scoperto l’articolata frode. La truffa, secondo le prime informazioni, andava avanti da diversi anni grazie alla stretta collaborazione di una vera e propria rete, costituita da singoli contadini ma anche da imprenditori agricoli e commercialisti.

Il danno totale stimato per l’erario sarebbe di circa 10 milioni di euro. Le società coinvolte, aiutate da commercialisti conniventi, avrebbero prodotto documenti che attestavano assunzioni false, per ottenere dall’Inps rimborsi e indennità di vario genere, teoricamente destinati a quei finti lavoratori ma che in realtà sarebbero finiti nelle tasche dei presunti truffatori. Le accuse sono a vario titolo di associazione a delinquere e truffa ai danni dello Stato. Le indagini si sono inoltre allargate a macchia d’olio, coinvolgendo anche altre province della Puglia e il Materano.