La psoriasi, o forse sarebbe meglio dire “le psoriasi” data la molteplicità delle forme cliniche e dei possibili fattori scatenanti, è una patologia assolutamente non contagiosa, infiammatoria, cronica, recidivante, autoimmunitaria, geneticamente determinata, psicologicamente invalidante data la inesteticità delle sue manifestazioni, che colpisce circa il 3% della popolazione caucasica (solo in Italia si calcola che vi siano 2.000.000-2.500.000 di psoriasici). Oggi, finalmente, è riconosciuta come malattia sociale per cui, facendo le apposite pratiche presso la ASL, si può godere di alcune (ritengo modeste, troppo modeste) esenzioni.

La psoriasi può manifestarsi a qualsiasi età, dalla forma congenita alla comparsa in età più che avanzata (ho personalmente conosciuto una signora in cui è comparsa a 86 anni, ed in letteratura vi è il caso di un signore che l’ha manifestata a 105 anni). Le lesioni tipiche si presentano come chiazze rossastre, nulla o poco pruriginose, a limiti netti, ricoperte del tutto o in parte da spesse squame bianco-grigiastre aderenti, di forma e dimensioni variabili da pochissimi millimetri (psoriasi guttata, frequentemente successiva ad episodi tonsillari) a svariati centimetri, singole (psoriasi minima) o multiple. Queste ultime possono presentarsi isolate e ben distinte fra loro o confluire in chiazze più ampie, assumendo un aspetto a carta geografica. L’estensione a tutta la superficie corporea dà luogo alla psoriasi eritrodermica.

Sede di predilezione delle lesioni sono i gomiti, le ginocchia, il capillizio (erroneamente presa per forfora), ma qualsiasi distretto cutaneo può essere interessato, dai genitali (balanite o balanopstite psoriasica nel maschio, vulvite o vestibolite psoriasica nella donna) al bordo palpebrale (blefarite psoriasica, da distinguere soprattutto dalla blefarite seborroica), alle labbra (cheilite psoriasica), ai padiglioni auricolari e/o al condotto uditivo esterno (otopsoriasi), alle unghie delle mani e/o dei piedi (frequentemente erroneamente diagnosticata come micosi ungueale), all’ombelico (onfalite psoriasica), ecc. Rara la localizza alle mucose. In soggetti seborroici la localizzazione delle lesioni psoriasiche nelle sedi tipiche della dermatite seborroica realizza un quadro particolare definito sebopsoriasi. Meno frequenti le forme di psoriasi pustolosa, anulare, inversa, serpiginosa, ecc.

Le lesioni psoriasiche si localizzano caratteristicamente in sede di traumatismo fisico (cicatrici, ustioni, ecc.) specie se ripetuto quali il grattamento, l’uso di abbigliamento costrittivo, ecc. È questo il fenomeno di Koëbner o dell’isomorfismo reattivo. Quindi anche lo strofinio violento durante la doccia (quasi si volesse cancellare le lesioni) ottiene solo l’effetto di stimolarne la comparsa.

La psoriasi può interessare anche l’apparato scheletrico classicamente in forma di oligoartrite: colpisce in maniera simmetrica solo poche articolazioni e/o la colonna vertebrale (spondiloartrite); le indagini sierologiche sono generalmente negative; nella sua evoluzione grave può arrivare anche al blocco delle articolazioni interessate.

L’andamento della malattia è cronico recidivante con attenuazioni o guarigioni anche spontanee in estate e recidive in inverno (rara ma possibile l’inversione di questo ciclo). In realtà la frequenza delle recidive, e pertanto la durata del periodo di benessere, è variabile e soggettivo potendo andare da pochissimi giorni a molti anni (ho personalmente visto casi recidivati anche dopo 30 anni di benessere totale). Nel periodo di guarigione clinica la cute dello psoriasico riassume un aspetto assolutamente normale.

Nel provocare la comparsa della malattia e/o nello scatenare le recidive e/o aggravarne l’andamento, sempre che si tratti di soggetti geneticamente predisposti, possono giocare numerosi fattori quali l’assunzione di acido acetilsalicilico, calcio-antagonisti, betabloccanti, alcuni FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei), ecc. Sicuramente un ruolo di primaria importanza è rappresentato dallo stato di stress emotivo. Alcuni soggetti presentano le recidive solo in occasioni di tensione psicologica quali un lutto specie se inaspettato, problemi affettivi, tensioni nel posto di lavoro, periodo pre-esame, ecc. ma anche apparentemente felici (matrimonio, promozione, raggiungimento di una meta agognata, ecc.). Se questo stato non viene affrontato e superato le terapie, anche le più aggressive, hanno poca probabilità di successo. Tutto ciò non dimenticando che lo psoriasico è un soggetto che tende a chiudersi in se stesso, a soffrire internamente, presentando all’esterno uno stato di apparente tranquillità se non di vera serenità.

Per la psoriasi, allo stato attuale, non esiste una terapia risolutiva. Nei casi di lieve – media entità ci si avvale prevalentemente di trattamenti locali con creme idratanti eventualmente arricchite di cheratolitici (acido salicilico, urea, ecc.) ricorrendo ai cortisonici per periodi brevi, e solo nei più casi resistenti ed infiammatori; utili gli UVB a banda stretta (non richiedono l’assunzione di farmaci per via generale); i trattamenti termali (bagni sulfurei, fanghi, ecc.) possono dare buoni risultati se oculatamente scelti e praticati. Una terapia ancora generalmente valida, già praticata nell’antico Egitto, per i casi di lieve-media entità è l’esposizione alle radiazioni ultraviolette solari associate ai bagni di mare. Nei casi di maggiore gravità ci si avvale di cortisonici, metotrexate, azatioprina, ecc. secondo lo stato generale del paziente e la fase e l’estensione della malattia, associati alla terapia locale.

Le conoscenze sull’origine autoimmunitaria della psoriasi hanno portato, negli ultimi 15 anni circa, alla comparsa dei cosidetti farmaci biologici. Sempre nuove e più attive molecole (si è giunti ad una somministrazione ogni 30-40 giorni) vengono utilizzate ottenendo il controllo di forme in passato molto poco trattabili e soprattutto un buon controllo dell’artopatia psoriasica.

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Specialista in Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse ed in Allergologia e Immunologia Clinica Primario Dermatologo dell’Osp. Casa Sollievo della Sofferenza- Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di San Giovanni Rotondo (FG) dal 1/10/1980 al 31/05/2006. Docente a Contratto presso le scuole di Specializzazione in Dermatologia delle Università: Cattolica del Sacro Cuore di Roma, G.D’Annunzio di Chieti , A.Moro di Bari dal 1984 al 2006 Presidente Emerito dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (ADOI) Autore di oltre 300 tra pubblicazioni ed abstract di relazioni tenute in numerosi congressi nazionali ed internazionali della specialità, coautore di 6 ed editor di 4 volumi di dermatologia. Socio di numerose società scientifiche italiane ed internazionali tra cui American Academy of Dermatology, European Academy of Dermatology, SIDEMaST, ADOI, ecc.