La città di Taranto è ancora una volta al centro dell’attenzione a causa di un’inquietante “nube rossastra” emersa dalle Acciaierie d’Italia e ArcelorMittal. L’attore e regista tarantino Michele Riondino ha espresso le sue preoccupazioni attraverso un post su Facebook, commentando il fenomeno emissivo denunciato da sindacati e ambientalisti.

Riondino descrive la nube come uno degli “slopping più esemplari mai visti”, una nuvola carica di biossido di carbonio che, secondo lui, sarà respirata a pieni polmoni dagli alunni delle scuole materne, elementari e medie del rione Tamburi alle 9 del mattino. L’attore sottolinea l’inconsapevolezza della popolazione rispetto ai pericoli di tali emissioni e critica le istituzioni e le parti sociali che dichiarano la propria innocenza finché non viene provata la causa effetto di questi fenomeni.

Riondino, regista del film “Palazzina Laf” che affronta la questione dei lavoratori confinati durante la gestione dei Riva all’ex Ilva, attacca duramente, affermando che all’interno di quei capannoni ci sono i padri dei bambini destinati a morire, i mariti delle mogli destinate a soffrire, e i figli che non diventeranno mai nonni. L’artista chiama a una rivolta che parta dall’interno della “fabbrica di morte” e si estenda a tutta la città.

Infine, Riondino esprime la necessità di un organo sindacale che si dichiari estraneo e non più complice di questa situazione drammatica. Il suo post si conclude con un’invocazione alla rabbia e all’orgoglio, con una preoccupazione per il presunto acquisto di consensi alle elezioni.

La città di Taranto rimane in attesa di risposte e azioni concrete di fronte a questa nuova allerta ambientale.