Nella mattinata di oggi, 16 giugno, la Guardia di Finanza ha sequestrato a Manfredonia circa 15 chili di datteri di mare per i quali è vietata la pesca, la detenzione e la commercializzazione. Due uomini sono stati sorpresi mentre erano immersi in mare con gli attrezzi per la raccolta del pregiato prodotto, motivo per cui sono stati segnalati alla competente Autorità Giudiziaria. Solo qualche giorno fa i finanzieri hanno sequestrato oltre 3.700 ricci di mare nella stessa zona, la cui raccolta è regolamentata nella quantità e nel periodo con specifiche norme di carattere nazionale e da regolamenti regionali. I responsabili sono stati sanzionati e le attrezzature utilizzate per la pesca sono state sequestrate. I ricci, ancora vivi, sono stati restituiti al mare.

Si tratta di sequestri e sanzioni che entrano in contrasto con quanto da poco deliberato dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, in merito alla legge della Regione Puglia n. 6 del 18 aprile 2023 “Misure di salvaguardia per la tutela del riccio di mare“. Nel testo è vietato il prelievo di ricci nel nostro mare, la raccolta, la detenzione, il trasporto, lo sbarco e la commercializzazione dei relativi prodotti derivati freschi per ben 3 anni. La commercializzazione del riccio di mare non è, però, vietata per gli esemplari provenienti da acque non pugliesi.

Il Governo ha impugnato la norma, dichiarandola “incostituzionale“, poiché queste disposizioni entrerebbero in contrasto con quanto sancito dal Titolo V della Costituzione, e quindi con le previsioni dell’articolo in materia di competenze legislative tra Stato e Regioni: lo Stato ha legislazione esclusiva in materia di rapporti internazionali e con l’Unione europea (lettera a) e tutela dell’ambiente e dell’ecosistema (lettera s). In pratica la legge regionale va a interferire su una materia di competenza dello Stato e che entrerebbe in contrasto con le normative sull’ambiente previste dalla normativa europea.

Si tratta dell’unica legge impugnata delle 18 promulgate da regioni e province autonome. Il CdM ha deliberato che non verrà impugnata la successiva legge della Regione Puglia n. 7 del 18 aprile 2023, in materia di “Norme per lo sviluppo, la valorizzazione e la tutela dell’artigianato pugliese”. Ora bisognerà attendere la decisione della Corte Costituzionale.