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Due giorni di assemblea nazionale a Roma, il 5 e 6 febbraio scorsi, hanno visto la partecipazione di realtà studentesche provenienti da tutta Italia: da Palermo ad Aosta, più di 400 studenti si sono confrontati sulle problematiche e sulle rivendicazioni comuni che riguardano specialmente l’alternanza scuola-lavoro, la proposta di maturità e la repressione delle proteste nelle scuole e nelle piazze.
“Tutti gli studenti si sono ritrovati unitariamente in un evidente malessere rispetto alle linee guida del Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi: per questo, dopo due anni di pandemia, si è deciso di costruire il contrattacco a livello nazionale, promuovendo una manifestazione nazionale unitaria di tutto il movimento studentesco che non si vedeva da anni, escludendo organizzazioni studentesche che invece svolgono una funzione filo-governativa”, dichiarano i referenti dell’OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa).
“Anche a Bari da diverse settimane siamo in stato di agitazione: si sono svolte varie assemblee e iniziative davanti alle scuole baresi, che sono culminate nell’assemblea interscolastica del 10, con l’interesse comune di diversi studenti nel costruire localmente un appuntamento nella giornata di mobilitazione nazionale del 18 febbraio. 
Perciò anche a Bari abbiamo deciso di aderire, per lanciare un segnale compatto e per mostrare che gli studenti sono determinati a portare avanti la lotta per un modello di scuola alternativo a quello che ci viene attualmente imposto, che vuole solo insegnarci ad essere lavoratori sfruttati in alternanza, che vuole solo abituarci ad un’instabilità sociale, economica e psicologica, che ci vuole più competitivi e che ci valuta togliendoci gli spazi di democrazia e di protesta. Vogliamo essere ascoltati sulla nuova maturità, altro elemento che oggi va a ricadere sulle spalle della componente studentesca già devastata. Chiediamo una scuola pubblica che abbia un ruolo emancipatorio e che ascolti davvero le nostre esigenze ignorate per mesi dal Ministro Bianchi, che ora vuole fingersi disponibile al dialogo. Per questo motivo saremo in piazza il 18: è importante essere il più possibile, perché in quella data tutto il resto di Italia tornerà a mobilitarsi unitariamente”.