“Gli autisti di ambulanza sono considerati operatori ai margini degli interventi come se gli stessi non facessero parte attiva del soccorso stesso, come se non lavorasse a stretto contatto con medici e infermieri”. Il presidente dell’Associazione Co.E.S. Puglia, Michele Antonio Serafino, insieme al vice presidente Co.E.S. Italia, Cosimo Cutrignelli, hanno portato all’attenzione di tutti i Prefetti pugliesi la scarsa attenzione e considerazione nei confronti degli autisti di ambulanza.

“Questo annoso problema – scrivono – vede purtroppo gli autisti messi di fronte ad un elevato rischio di contagio, laddove gli stessi protocolli del OMS, del ISS, della Regione e delle stesse Centrali Operative 118/112, prevedono nessuno dpi o di livello inferiore”.

“Purtroppo nel mondo dell’emergenza sanitaria 118/112 una delle figure professionali che oggi conta purtroppo più vittime è proprio quella dell’autista soccorritore – sottolineano Serafino e Cutrignelli -. Forse sarebbe auspicabile rivedere l’individuazione dei rischi correlati al lavoro dell’autista di ambulanza dipendente pubblico/privato, e modificare, almeno in questo frangente, i protocolli della Regione Puglia e quelli delle Centrali Operative 118/112”.

“Vorremo chiederle – concludono – il mantenimento di un ruolo attivo di vigilanza come rappresentante dello stato sul territorio pugliese. Cosi da permettere a professionisti, mariti, padri e figli, di poter rientrare nelle proprie famiglie fieri di un lavoro che svolgono con grande passione e non spaventati o preoccupati per il proprio futuro”.