Desta molta preoccupazione la situazione relativa alla struttura Rssa Villa Giovanna, residenza per anziani di Bari, nel quartiere San Girolamo. Dopo la catena dei contagi verificatasi al Don Guanella e successivamente il focolaio scoppiato nella casa di riposo Nuova Fenice di Noicattaro, la direzione della struttura barese ha confermato ufficialmente i primi due casi di positività al coronavirus. Ma i contagi sarebbero più di quelli dichiarati, al momento 13 stando a quanto detto da fonti sanitarie regionali.

Abbiamo provato, senza successo, ad avere riscontri ufficiali chiamando direttamente la struttura e restiamo qui a disposizione per chiarimenti.

Dentro ci sono circa 120 anziani, disposti su 3 piani con camere a due letti. Una cinquantina di loro è stata già sottoposta al test del tampone. Molti sono ammalati di Alzhaeimer, portatori di handicap, tanto che alcuni ospiti erano assistiti da badanti pagati personalmente dalle famiglie, prima delle ordinanze che hanno sospeso le visite e limitato l’accesso solo al personale che opera all’interno. Essendo entrati in contatto con i pazienti contagiati, quasi tutti gli operatori sanitari sono attualmente in quarantena.

“La situazione sta precipitando sempre di più, il numero dei positivi sembrerebbe essere aumentato in queste ore e non abbiamo notizia di nostra madre – racconta la figlia di una paziente ricoverata nella struttura -. Ci dicessero qualcosa ma non sappiamo nulla. Ieri mia sorella è riuscita a parlare con lei attraverso il cellulare dell’operatore sanitario che l’assiste. Ci è apparso subito evidente che nostra madre, affetta da Alzheimer, stava malissimo, non riusciva a parlare, respirava a fatica, gridava e chiedevo aiuto. Fino ad una settimana fa stava benissimo. Mia sorella sentiva anche le urla e i lamenti degli altri pazienti anziani”.

“A quel punto è stato chiesto all’operatore se si stesse rendendo anche lui conto dello stato delle sue condizioni e lo si è sollecitato ad intervenire e fare qualcosa – spiega la donna -. L’operatore ha risposto che era cosciente della situazione ma che non poteva farci nulla in quanto era il suo primo giorno di lavoro presso la struttura e sul piano sono soltanto in due a lavorare”.

“Già prima dell’emergenza il personale non era sufficiente a far fronte al tipo di assistenza richiesto. I pazienti non mangiano, non dormono. Se gli anziani non moriranno per il virus, moriranno di stenti e abbandono – conclude -. Mandate l’esercito, sembra una carneficina”.