Alla vigilia del faccia a faccia in video conferenza tra Regione e sindacati dopo le varie denunce sulla gestione dell’emergenza coronavirus, il medico del 118 e sindacalista FSI Francesco Papappicco scrive una lettera con alcune considerazioni e proposte, rivolte soprattutto al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

LA LETTERA – Siamo ancora alle prime pagine di un nuovo libro della storia dell’umanità, il nemico invisibile è pressoché sconosciuto. Nessuno può dirsi esperto perché siamo solo al prologo di un nuovo capitolo della stessa medicina. Penso spetti a ognuno di noi dare il proprio contributo. La “spagnola” mutò le sorti del primo conflitto mondiale, il secondo fu affidato alla mente brillante di Alan Turing.

Il nocciolo della questione sta proprio nel lavoro di intelligence. Sono quello che ora si chiama un DSA compensato. Chi lo direbbe oggi! Da bambino ero etichettato in un altro modo. Dei miei limiti ho dovuto ben presto imparare a farne virtù. La gran parte delle persone pensa in modo sequenziale, noi sviluppiamo un modo di pensare laterale. Significa in qualche modo dribblare gli ostacoli e intuire soluzioni, ma in un modo insolito. Il nemico in questo caso trasmette i suoi segnali di guerra, che noi non siamo in grado di decriptare.

Enigma era il nome della macchina infernale nazista. Era il codice segreto del nemico numero uno al mondo. Un solo scienziato riuscì a decodificarlo, offrendo agli alleati la soluzione del conflitto bellico che aveva portato il più grande sterminio di massa della storia. Sento che stiamo sbagliando strategia o forse non c’è ancora una strategia. Solo tentativi restrittivi, numeri da bollettino di guerra, esperti dai pareri difformi ormai di fronte a quello che in gergo si chiama “bias di illusione di controllo”. Stanno fallendo; dialettica dell’illuminismo, dialettica negativa.

Dove voglio arrivare? È evidente che urge decriptare l’enigma, ma bisogna cambiare prospettiva. Cosa ci dicono i reparti mandati in avanscoperta? Non ci ascoltano negli uffici di comando! Eppure il segnale parte da chi si è infiltrato tra le colonne nemiche. Fuor di metafora sto cercando di lanciare un messaggio chiaro e univoco. Non ho convinzioni da clerc, da archimandrita o impiegato della scienza. ma sento che stiamo sbagliando su alcuni punti ma fondamentali. Stamane ascoltavo in radio che gli esperti non riescono a capire perché non si stia verificando la previsione matematica. Non ci riescono con i terremoti e il clima, figuriamoci con un virus. Certo, dopo l’epoca teologica, poi metafisico-morale, infine politico-economica, la fede nella tecnica ha accecato tutti in un delirio di onnipotenza.

Adesso ci riscopriamo nuovamente mortali e per questo finiti, caduchi, limitati, semplicemente ancora “umani troppo umani”.  Veniamo agli argomenti dell’eretico: le cause di fallimento.

  1. Penso che le fonti principali di infezione e diffusione del contagio al momento siano principalmente ospedali e strutture sanitarie. Il nemico si è insediato nei centri nevralgici di difesa e cura;
  2. manca la tracciabilità del contagio. I tentativi che vedo timidamente prospettare sono fallimentari. Se non segui le tracce del nemico non riesci a capirne il linguaggio;
  3. il personale sanitario più esposto (118, pronto soccorso, reparti di area critica ospedalieri) si infetta ed è a sua volta vettore di contagio. Inconsapevoli vittime del senso di abnegazione.

Il cavallo di Troia si è impossessato della roccaforte. Ulteriori restrizioni di legge progressive fino alla militarizzazione e del Paese esiteranno miseramente. Non sarà l’esercito militare, ma quello medico-infermieristico-sanitario a cambiare le sorti di questa guerra. Aspettare che si verifichino ulteriori defezioni non solo per malattia – quelle contano già qualche migliaio di infetti e malati tra le fila dei sanitari – ma per mancata attenzione ai punti che ho citato sarà esiziale. Ciò che descrivo, non da solo, è il riassunto di chi vive oltre 250 ore di servizio sanitario al mese in prima linea. Farsi beffe di questo nostro messaggio urlato ai decisori finali non eviterà la catastrofe già in atto. Suggerisco al più presto di:

1. Rivedere le fonti e i focolai di contagio ospedaliero;
2. istituire urgentemente un sistema di tracciabilità certo e immediato che permetta di interpolare, incrociare i dati dei casi sospetti e certi con i sanitari, medicina territorio e ospedaliera d’aria critica. Questo al momento manca. Le esperienze personali lo dimostrano. Controlli di massa programmati e ripetuti per questi sanitari, prima interfaccia con i positivi asintomatici e ammalati;
4. ogni postazione ed equipaggio del 118 deve essere fornito di apparecchiatura per la sanificazione-decontaminazione personale e dei mezzi, rifornimento continuo e corretto smaltimento-stoccaggio dei dpi. Fornitura di mascherine per i pazienti da visitare e/o trasferire in pronto soccorso. Questo consentirebbe la messa in sicurezza del personale e dei pazienti, la bonifica veloce dei mezzi, la decontaminazione personale e dei dpi possibilmente riutilizzabili, con un enorme risparmio e maggior efficienza.

Magari il mio monito rimarrà un urlo nel deserto o forse chi di dovere al più presto vorrà tentare di ascoltare il mio appello, seppur non autorevole come quello degli esperti di numeri e della Protezione Civile. La medicina basata sull’evidenza dal fronte è disponibile a dare il proprio contributo. Documenti e prove alla man,  sono in grado di dimostrare i miei argomenti. Il verum ipsum factum non può diventare opinionismo, la scienza si fonda sui fatti. Sono medico da strada, non uno scienziato in giacca e cravatta, ma d’altronde anche il silenico Socrate rivendicò il suo “so di non sapere..” e lasciò ai sofisti le loro opinioni e la possibilità di rimettersi in discussione. Stavolta, però, c’è cicuta per tutti!

Non deporrò “l’ascia di guerra” contro chi fa della prosopopea, propaganda e oscurantismo di regime il proprio mestiere, ma potrei concedergli una tregua qualora voglia ascoltarmi. Governatore Emiliano, 5 anni fa mi dicesti che le catene non si addicevano alla protesta di due medici. Ricordi? Si trattava di Francesca Mangiatordi e del sottoscritto. Ebbene stavolta avete tutti bisogno di medici del genere. Di donne e uomini che continuano a metterci la faccia e non temono ritorsioni. Prendi una decisione “hic et nunc”! Non siamo noi il nemico.