“Siamo stati accusati di aver procurato un falso ed ingiustificato allarme mentre le notizie che giungono raccontano del terzo caso che riguarda un dipendente della U.O. di Ematologia risultato positivo al CoVid-19”. Domenico Romano Losacco, segretario della Fials, torna all’attacco sulla gestione dell’emergenza epidemiologica riguardante il Coronavirus.

“Noi non siamo visionari o cacciatori di visibilità – continua Losacco – il nostro compito è quello di tutelare i lavoratori ed i pazienti che necessitano della massima tutela a riprova delle azioni poste in essere dalla FIALS, sempre e solo veritiere”.

“La nostra segreteria aziendale dell’IRCCS Giovanni Paolo II di Bari – continua – con numerose note, ha chiesto di conoscere quali sono le procedure aziendali attivate in merito al CoVid-19 (l’attuale DVR prevede un percorso formativo che sembrerebbe non essere stato ancora espletato) e soprattutto in merito alla gestione dei tamponi effettuati presso il predetto nosocomio”.

“La Fials – aggiunge Losacco – inoltre ha necessità di conoscere la situazione attuale della dotazione dei D.P.I. e nello specifico, si chiede di ricevere un elenco dettagliato per ogni singola Unità Operativa, in merito alle forniture operate negli ultimi 15 giorni : abbiamo sentore che in alcune realtà non si continui ad operare con D.P.I. adeguati. Si coglie l’occasione altresì, per chiedere di conoscere gli estremi dell’atto deliberativo relativo al conferimento dell’incarico di medico competente dell’IRCCS Giovanni Paolo II di Bari”.

“Rinnoviamo le richieste di istituzione di una task force ad hoc composta da professionalità adeguate e preparate a fronteggiare l’emergenza CoVid-19 in una struttura come l’Oncologico di Bari e soprattutto – sottolinea – ribadiamo con forza l’apertura di una istruttoria interna per verificare responsabilità a carico di chi forse era a conoscenza di notizie volutamente omesse. Ora la Direzione Strategica non potrà esimersi dal farli”.

“In conclusione ci teniamo a rivolgere un caloroso apprezzamento a quei pochi infermieri, 5 in totale, rimasti in turno presso la U.O. di Ematologia, i quali tra paure ed incertezze sul domani, continuano ad assicurare la propria professionalità ai meno fortunati”.