“Ho tutte le carte, posso dimostrare le cose che dico”. Vania De Filippis, dell’associazione Ada Onlus, è risoluta. La polemica sulla questione acqua del rifugio di Japigia, che i volontari gestiscono e in cui si prendono cura di 150 cani riconosciuti come randagi dal Comune di Bari, è scoppiata via facebook solo negli ultimi giorni, ma la vicenda va avanti da anni.

“Fino alla fine del 2016, inizio 2017 – racconta Vania – il Comune ci forniva gratuitamente l’acqua tramite autocisterna, dopo di che, per dei problemi che abbiamo avuto, la ripartizione Ambiente ha bloccato l’erogazione. In una lettera, ci facevano sapere che non potevano più pagare gli straordinari ai dipendenti per venire da noi con le autobotti e che se volevamo continuare a usufruire della fornitura dovevamo pagare, una cifra però ben più alta rispetto a quanto chiesto da un’altra ditta, per cui abbiamo lasciato perdere”.

“Da allora fino a oggi – prosegue – ogni dieci giorni abbiamo pagato l’autocisterna di tasca nostra, 70 euro. Adesso però, con i contributi che non arrivano e le spese per i veterinari, non ce la facciamo più. Ecco perché, rifacendomi a quella lettera che purtroppo è sempre valida, sabato pomeriggio ho denunciato tutto via facebook. Per fortuna lunedì mattina sono venuti due cittadini e di loro iniziativa hanno pagato personalmente la cisterna, evitando così di lasciare gli animali a secco”.

“Lunedì pomeriggio, senza avvisare nessuno, sono arrivati i Vigili, peccato – commenta – che io fossi andata all’altro canile comunale che gestiamo, alla zona industriale. Non è vero che a Japigia era tutto sbarrato come ha scritto il Sindaco su Facebook, era semplicemente chiuso come qualunque altra struttura. Mica ci dormiamo dentro, a una certa ora andiamo via, anche perché, oltre a non esserci l’allacciamento dell’acqua, manca anche la corrente elettrica”.

“Quando, non trovandomi, la Polizia Municipale mi ha chiamato, sono corsa a far vedere quale fosse la situazione, si sono guardati intorno, e se ne sono andati, dopo di che – sottolinea – non ho saputo più niente. Tra dieci giorni, quando l’acqua finirà, staremo di nuovo con la stessa emergenza”.

“Non abbiamo mai chiesto soldi – ci tiene a precisare – se leggi i miei commenti su facebook ho sempre detto che non li vogliamo, meno che mai dai cittadini. Una nostra socia che ha accesso alla pagina facebook di Ada onlus, a chi chiedeva in che modo poterci aiutare, ha fornito le coordinate di una Poste Pay, ma io ho sempre detto che noi non chiediamo niente a nessuno. Qualcuno voleva addirittura venire con le bottiglie dell’acqua, ma ovviamente non bastano, ci vuole ben altro per risolvere il problema”.

“Il Comune mi ha inviato una mail nella quale mi comunica di voler provvedere alla fornitura, ma dobbiamo capire a che prezzo, perché se le condizioni sono le stesse indicate nella lettera precedete, mi dispiace non ci sto proprio. Se me la danno gratis, bene, altrimenti scateno una guerra. Io sono pronta a ogni colloquio con il Sindaco – conclude – l’ho scritto e lo ripeto, però mi devono spiegare per quale motivo il Comune spende ogni sei mesi 153mila euro di soldi pubblici per un canile privato”.