I baresi stanno ricevendo in questi giorni i bollettini della Tari, la tassa sui rifiuti, che, secondo quanto già annunciato, sarebbe aumentata  tra i 7 e i 13 punti percentuali per i privati cittadini e  l’11% per i commercianti. Due le soluzioni per il pagamento: entro il 16 novembre (rata unica dato che la prima scadenza non può essere rispettata a causa dei ritardi nell’invio dei bollettini) oppure le tre rate di novembre, gennaio e marzo.

Eppure tra un lamento e una “gastema”, capita ancora di passare per una strada qualsiasi di Bari, che so, via Nicolai alle 7.30, all’altezza dell’ex palazzo delle poste, e trovarsi davanti una rete da letto, gettata malamente accanto ai bidoni Amiu, senza codice identificativo per il ritiro dei rifiuti ingombranti. Ora, la Tari è una tassa che, in teoria, mira a incentivare la raccolta differenziata, commisurando il prelievo al grado di differenziazione. Insomma, più inquini, più paghi.

Quindi delle due l’una: o getti “cristianamente” l’immondizia: la carta con la carta, la plastica con la plastica, comunichi all’Amiu i tuoi rifiuti ingombranti (il servizio è gratuito) e in questo caso hai tutto il diritto di lamentarti davanti all’aumento della Tari; oppure fai il “vastaso”, non differenzi la tua immondizia, trasformi le strade in una discarica a cielo aperto abbandonando come capita i tuoi ingombranti, ma in questo caso, quando ti arriva la cartella Tari pesante, paghi e zitto. Noi preferiamo e consigliamo la prima ipotesi.

Dall’altro lato, però, per quanto uno possa adoperarsi per la differenziata, poco si può fare davanti a un sistema di raccolta inefficiente. Sì, perché è vero che c’è chi contribuisce alla sporcizia per le strade conferendo erroneamente i propri rifiuti, ma è pur vero che, scene come queste di via Nicolai sono costanti e diffuse in tutta la città: cassonetti stracolmi, incapaci di raccogliere il volume di immondizia della zona, spesso rotti, coi coperchi senza maniglie e il pedale non funzionante, impossibili da aprire diventano dei segnali stradali, più che contenitori, e la gente è costretta a lasciare i propri sacchetti per terra.

Insomma, la logica “cerchiobottista” non aiuta nessuno, lo riconosciamo. In generale, tuttavia, ci chiediamo sulla base di cosa venga calcolato l’aumento o la diminuzione della raccolta differenziata in città, se il conferimento è così disastroso.