Consegnare le armi e rifiutarsi di svolgere qualsiasi servizio di ordine pubblico, anche il controllo dei portoghesi sugli autobus dell’Amtab. L’elenco, però, è lunghissimo e riguarda tutti gli interventi di esclusiva competenza delle forze di polizia, quelli in cui è previsto l’impiego delle pistole. Per ora solo una provocazione, ma a giudicare dalla partecipazione alle due assemblee di oggi presso il Comando della Polizia Municipale, dalle parole ai fatti il passo potrebbe essere davvero molto breve.

La decisione del Ministero degli Interni di estromettere la Municipale dal servizio d’ordine pubblico in occasione del referendum del 17 aprile, ha mandato gli agenti su tutte le furie. Per il momento bocche cucite, in attesa di conoscere l’entità dell’adesione alle iniziative per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei rappresentanti delle istituzioni, che ancora fanno finta di non comprendere quanto sia grave il problema. Dovessero essere messe in pratica le intenzioni degli agenti, sarebbe un guaio per tutti i cittadini, con un carico eccessivo per le forze dell’ordine.

Una prima decisione concreta, però, sarebbe stata presa: niente scorta e presidio ai plichi la domenica del referendum dopo le ore 22. Gli agenti della Polizia Locale si riuniranno in assemblea mercoledì 13, dalle ore 10 in piazza Libertà. Si lotta per il rinnovo del contratto nazionale, per lo sblocco della contrattazione integrativa, per una nuova e più attuale legge quadro, per la giusta valorizzazione delle funzioni e per il completo riconoscimento di polizia giudiziaria e quelli dell’eco indennizzo e della causa di servizio. Non solo. I vigili chiedono l’equiparazione assistenziale, previdenziale e assicurativa, la tutela e l’equità dei riconoscimenti economici e delle condizioni di lavoro e per questo hanno chiesto un incontro al Prefetto.

L’aria è tesissima, così come il clima della Municipale nei nostri confronti. Qualcuno ci ha chiamati per amplificare le ragioni del malumore, ma qualcun altro ci ha impedito di riprendere alcune fasi dell’assemblea, perché siamo quelli che denunciano all’opinione pubblica i vigili che non rispettano le regole. Vorremmo tranquillizzare tutti: non abbiamo pregiudizi, ci piacerebbe solo che chi indossa la divisa, qualunque divisa, fosse da esempio per tutti. Saremo sempre pronti a denunciare, ma anche a sostenere ogni qual volta ce ne sarà bisogno.