Cercate su google maps via Luigi Ranieri, comparirà la cartina di una zona di Bari nota quasi esclusivamente ai residenti, a ladri, vandali, agli amministratori e ai rappresentanti degli enti citati nei tre esposti presentati negli anni alla Procura della Repubblica nel tentativo di vedere tutelti alcuni sacrosanti diritti. Circa 400 famiglie intrappolate, senza servizi e considerazione, all’interno dei propri appartamenti. Ad agosto scorso un tremendo incendio di sterpaglie ci aveva portato sul posto, scoprendo che non è facile raggungerlo, perché le strade sono inaccessibili ai mezzi più grandi di una berlina, di conseguenza anche ad ambulanze, autobotti dei Vigili del fuoco, compattatori della nettezza urbana.

In quell’occasione le fiamme lambirono le abitazioni al primo e secondo piano dell’ultima palazzina della serie, quella che si affaccia sul niente della campagna, anzi, su un campo rom ben mimetizzato e riconosciuto. A distanza di sei mesi siamo tornati in via Ranieri, di sera, per farci raccontare da Mirko Lisi, uno dei residenti più attivi, cos’è cambiato da allora. La risposta è stata chiara: un bel niente.

Nel frattempo, approfittando del buio fitto della zona, sono aumentati i danneggiamenti e i furti d’auto e negli appartamenti, gli incontri ravvicinati di tutti i tipi. In via Ranieri, mischiato alle quatroccento famiglie, vive il peggiore degli inquilini: la paura. E allora quella che all’inizio sembrava solo una provocazione, adesso fa meno sorridere: una class action per ottenere di essere esonerati dal pagamento delle tasse comunali in modo da provvedere autonomamente ai servizi minimi finora non garantiti.