“La riforma delle Autorità portuali va rivista: bisogna salvare l’autonomia del porto di Bari”. È la richiesta rivolta al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti dai deputati Antonio Distaso, Trifone Altieri e Benedetto Fucci (Conservatori e riformisti).

Nelle scorse settimane – spiegano i parlamentari – il Governo ha presentato i contenuti dell’attesa riforma delle Autorità portuali: l’obiettivo è quello di ridurre (da 25 a 14) il numero dei porti italiani strategici da inserire nella rete portuale transeuropea attraverso l’accorpamento delle Autorità portuali.

La riforma prevede che la Puglia abbia una sola Autorità portuale, da individuare nella città di Taranto, ma non tiene conto del fatto che Bari e Taranto siano entrambi porti riconosciuti come “core” dall’Unione europea. Non si tratta di sminuire l’importanza del porto di Taranto – aggiungono i parlamentari – ma la scelta effettuata per la Puglia va rivalutata alla luce dei dati concreti e della posizione degli industriali locali sul porto barese.

A questo proposito parlano i numeri: il porto di Bari nel primo trimestre del 2015 – sottolineano – ha fatto registrare dati in crescita dal punto di vista del traffico passeggeri (+3,6%), del trasporto di camion e veicoli (+3,2%), del trasporto merci (+34%).

In una recente dichiarazione della Confindustria Bari e Bat – concludono – viene inoltre evidenziato che sul porto di Bari sono stati effettuati grandi investimenti e che è caratterizzato da una crescente centralità geografica, intermodale e logistica.