Il 31 agosto si avvicina e l’attesa per l’esito del procedimento disciplinare che Vito Montanaro, direttore generale dell’Asl, ha notificato alla dottoressa Francesca Mangiatordi e al dottor Francesco Papappicco, cresce sempre di più. In questi giorni, nel gruppo Facebook #Noiduecimettiamolafaccia, i due medici stanno smontando uno ad uno tutti i punti del provvedimento. In quello di oggi, Papappicco delinea il teorema accusatorio e scopre che la data riportata nel documento inviato loro dalla direzione generale, riferita proprio ai fatti contestati, è sbagliata: la bomba al Green Table di Altamura, costata la vita a Domi Martimucci, scoppiò nella notte tra il 4 ed il 5 marzo, e non il 6 marzo come viene scritto invece in tutte le lettere e i documenti del procedimento.

Un ulteriore elemento questo, oltre alla non rispondenza ai fatti, alle discordanze e alle contraddizioni presenti nel documento a firma Montanaro, che insieme ai tempi lunghi con i quali lo stesso è stato notificato ai diretti interessati, accrediterebbe l’ipotesi della ritorsione. Negli ultimi mesi la Mangiatordi e Papappicco, entrambi sindacalisti, hanno più volte denunciato le inefficienze del pronto soccorso dell’ospedale della Murgia e del sistema 118 barese. Ecco il post pubblicato oggi da Papappicco nel gruppo:

“COMMENTO SUI FATTI AVVENUTI IN DATA 6 MARZO 2015” (sempre nel procedimento contro la D.ssa Mangiatordi) (in virgolettato il testo del procedimento).

“Sugli eventi che hanno avuto inizio con l’esplosione di un ordigno in una sala giochi di Altamura, disponiamo dei seguenti documenti:

.” Relazione del Dr. G.F. dirigente medico di guardia per la Chirurgia (presentato in data 11 marzo 2015 al dr. Direttore Medico di presidio (prot. 1404/DM)” – di cui tratteremo.

. “Lettera dell’8 marzo 2015 sottoscritta da alcuni dirigenti medici del PS di Altamura” – di cui abbiamo trattato

. “Lettera del 23 marzo 2015 inviata dai dottori Sansonetti, Dibello e Di Pietro (direttore della CO Ba/BAT)” – di cui tratteremo.

Con riferimento alle dotazioni organiche e strumentali del Pronto Soccorso, alla logistica ed alle procedure diagnostico-terapeutiche, complessivamente, tenendo conto che si è trattato di un’emergenza assoluta, sia per numero delle persone colpite che per la gravità delle ferite riportate da alcuni pazienti, possiamo affermare che la struttura ha reagito in maniera adeguata…..”

“…..la relazione del Dr. G. F. e la comunicazione sottoscritta da 7 medici del PS descrivono correttamente ed in maniera credibile, comportamenti più che congrui e riconoscono l’adeguatezza del PS di Altamura ad affrontare anche situazioni assolutamente non comuni e l’osservanza dei protocolli adeguati. In contrasto con tale giudizi e, peraltro, senza descrivere comportamenti e situazioni difformi, rileviamo quanto affermato dalla D.ssa Mangiatordi nella sua “lettera aperta” inviata al giornale online “il quotidiano italiano”. Tali dichiarazioni, peraltro generiche, sono certamente lesive del buon nome e della credibilità dell’ospedale; il tutto viene reso più significativo proprio sulla base di quanto dichiarato dai suoi colleghi e dal Dr. G.F.”

“COMMENTO SULLA LETTERA INVIATA AL DG DAI DOTTORI Sansonetti, Dibello e Di Pietro”

“La lettera del 23 marzo 2015, sottoscritta dai dottori Dibello, Sansonetti e Di Pietro fa riferimento ad un comportamento ritenuto inopportuno del dr. Papappicco, medico convenzionato del Servizo 118; quanto riportato merita, a parere degli scriventi, un approfondimento anche in relazione a possibili sanzioni disciplinari”.

“CONCLUSIONI”

“Il giudizio globale sulle procedure e sui modelli organizzativi utilizzati presso il PS di Altamura è positivo. Nell’evento del 6 marzo i comportamenti tenuti dai diversi operatori sono stati, a parere degli scriventi, tenuto conto dell’eccezionalità e della gravità dell’evento, congrui.

Ne deriva che alcune affermazioni che gettano discredito sulla struttura, a parere degli scriventi, non sono fondate; si censura peraltro il fatto che siano state fornite alla stampa notizie fuorvianti (Bari 16 giugno 2015)”

E’ utile in primis rimarcare il fatto che l’evento dinamitardo di che trattasi E’ ACCADUTO la notte tra il 4 ed il 5 marzo 2015 per cui TUTTI I FATTI CONTESTATI del “…6 marzo…” in riferimento a quell’evento  e riportati nel procedimento, sono stati IN TOTO riferiti e trascritti CON DATA ERRATA rispetto agli accadimenti. Un intero procedimento su evento MAI accaduto il 6 marzo! Particolare di non poco conto ma sul quale crediamo occorrerà valutare nelle sedi opportune la corrispondenza e la sussistenza giuridica dello stesso. Tuttavia  stamane esaminiamo i punti su riportati pur rischiando di risultare ripetitivi. Ma dato il riproporsi quasi ossessivo dei costrutti inquisitori, magari non risulteremo pedanti perché talora come si suol dire repetita iuvant. In primis si conferisce, per partito preso, dignità assoluta di “DOCUMENTI” alla relazione del dr. G.F. o dei sei medici di PS e dei dottori Sansonetti, Dibello e Di Pietro. Ma d’altronde come avrebbe potuto essere diversamente? Tra alti dirigenti figuriamoci! Che ingenuità chiedere al potere di modificare il potere! Che mortificazione! avrebbe detto ancora oggidì Giordano Bruno alias G.M. Volontè nel famoso film sul Nolano. Un apriorismo che assurge a verità monolitica di stampo leibniziano. Ci chiediamo perché nel corso dei mesi occorsi a metter su questi DOCUMENTI non sia mai stata data la possibilità alla Mangiatordi di prendere visione di tali DOCUMENTI. Perché il DOCUMENTO catalogato come reperto Prot. 1404/DM è stato per l’appunto protocollato e la lettera di dissenso dei 6 medici (di cui abbiamo già trattato) non è stata protocollata, pur essendo stata investita dello stesso valore di PROVA CONTRA PERSONAM? Poi ancora si afferma che “la struttura ha reagito in maniera adeguata”: ebbene quando risulta imbarazzante e antitetico riconoscere meriti ad personam, si preferisce la formula impersonale (“la struttura”); le verità di ragione e le verità di fatto si fondono in un abile artificio mistificatorio. Chi dunque erano i medici e i sanitari che quella notte han curato e salvato le vittime dell’attentato? Risposta: “LA STRUTTURA”. Nessuna testimonianza, nessun “documento”, nessuna audizione per quelle PERSONE; per chi era presente in ambulanza o in turno in pronto soccorso. Solo l’oro colato dalle penne di chi non ha permesso il contradditorio o di chi in quel frangente era addirittura a casa. Sta di fatto che appare ai Commissari “credibile e coerente” all’uopo, “la relazione del Dr. G.F. e la comunicazione scritta dei 7 medici” (6 in verità!!!): giudici “in trasferta” contro imputati in contumacia per difetto di notifica. O se vogliamo “arbitri in panchina” in supporto degli arbitri in campo… Un corpulento “quarto uomo” costituito da 6 medici che da esterni alla vicenda hanno permesso di appurare “comportamenti più che congrui” di chi ha operato quella notte. Di converso le dichiarazioni della Mangiatordi sono risultate “generiche e certamente lesive del buon nome e della credibilità dell’Ospedale”; non solo ma “il tutto viene reso più significativo proprio se analizzato sulla base dichiarata dai suoi colleghi e dal Dr. G.F.”. Siamo all’assurdo! Ma non è ancora sufficientemente assurdo. Come se non bastasse nel procedimento di che trattasi spunta il “riferimento ad un comportamento ritenuto inopportuno del Dr. Papappicco….che a parere degli scriventi….merita un approfondimento anche in relazione a possibili sanzioni disciplinari” per quest’ultimo. Ecco l’apoteosi dell’inverosimile e dell’inaudito. Siamo al nodo gordiano da recidere. Il nodo che lega la Mangiatordi al Papappicco. Nel procedimento della dottoressa spunta il capo d’accusa contro Papappicco. Un improbabile trade union come a voler sintetizzare il teorema dell’impianto accusatorio: si conoscevano quei due!  Perché dunque nel procedimento della dottoressa spunta la lettera del 23 marzo 2015…..contro Papappicco? Che senso ha, posto che in quello di Papappicco non figura alcun cenno alla dottoressa, ed anzi è un procedimento, quello di costui, che riguarda la richiesta di un elicottero ed un certo scambio di telefonate con la Centrale Operativa del 118 che esula da qualsiasi riferimento al procedimento della dottoressa? Cui prodest? Quali attinenze argomentative? Il tentativo è perfetto ma la trama è debole.  In verità, nulla di oggettivo. Allora cosa e chi c’è sul banco degli imputati? Semplice! Ci sono Mangiatordi e Papappicco ed il loro MALENCONTRE – come l’avrebbe chiamato Etienne de la Boetie. Il cattivo incontro, il tragico evento, il malaugurato accidente che ha reso le notti di qualcuno insonni. Singolarmente soggetti pericolosi; assieme una coppia da far fuori. Qualcuno doveva fermarli. DUE che credono di salvare vite umane, di essere “medici validi e stimati” (come affermato proprio in questi giorni dalla comunità facebook dell’Ospedale della Murgia), che denunciano la verità, che fanno proposte di miglioramento e protestano: la fonte dei mali del Pronto Soccorso della Murgia e del 118.  Sono loro “lesivi del buon nome e della credibilità dell’Ospedale”! Proprio quei due mendaci ciarlieri che lunedi 31 agosto ritorneranno a protestare se il Direttore Generale Montanaro non dovesse rispettare la promessa di fine agosto e venir meno alla parola data. Alle cure dei probi Commissari e Direttori affidiamo dunque l’impunita protervia di Mangiatordi e Papappicco. Impostori e millantatori che hanno addirittura inscenato quella pagliacciata dell’incatenamento e “spettacolarizzato” la vicenda. L’Italia intera ride di quei due e di quel gesto ignobile e disdicevole per una categoria rispettabile come quella dei Medici-Chirurghi. Occorre dunque affidarli alle purghe, alla mordacchia, al confino, alla censura eterna  dei depositari della Verità, della Giustizia, della Deontologia. Ci auguriamo che i magnanimi Giudici vogliano prendere in considerazione tutto ciò, che la pena sia esemplare e l’Azienda torni finalmente agli antichi splendori.