Una sonora bocciatura. Il Governo impugna la legge regionale proprio nella prima delle due giornate del concorso per l’assunzione dei duecento funzionari della Regione Puglia. Una doccia gelata per il presidente Nichi Vendola e l’assessore al Lavoro Leo Caroli, che il 13 novembre aveva forse prematuramente cantato vittoria, annunciando che si trattava della “risposta alla crisi con il lavoro,
anche in riferimento alla stabilizzazione dei precari della Regione.
In queste ore si è appreso, che su proposta del ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Maria Carmela Lanzetta, il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge della Regione Puglia n. 47 del 14/11/2014, “Norme in materia di organizzazione, riduzione della dotazione organica e della spesa del personale e attuazione del comma 529 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147”, in quanto alcune disposizioni in materia di stabilizzazione del personale contrastano con i principi stabiliti dalla legislazione statale e si pongono pertanto in contrasto con gli articoli 3 e 97 della Costituzione, nonché con il principio di coordinamento della finanza pubblica di cui all’articolo 117, terzo comma, della Costituzione.
La legge, dunque, sarebbe anticostituzionale. Un colpo durissimo, soprattutto perché in tanti contavano su questa operazione, giudicata dal principio ingiusta e illegittima; il colpo di coda di un Governo e di un partito moribondo. La decisione del Consiglio dei Ministri confermerebbe le perplessità, sollevate non solo dal centrodestra. Si preannuncia uno scossone durissimo da gestire a poche settimane dalle elezioni regionali, con reazioni a catena già dalle prossime ore.