Il rame continua ad andare a ruba. In Puglia da gennaio a maggio sono stati rubati 6 mila kg di rame contro i 75 registrati nei primi cinque mesi dell’anno scorso, i treni coinvolti sono stati 272.

L’andamento del fenomeno nei primi mesi del 2014 ha visto una diminuzione del 17% dei furti in linea rispetto allo stesso periodo del 2013 (959 furti tra gennaio e maggio 2013; 796 furti tra gennaio e maggio 2014). Nel primi cinque mesi del 2014 si sono verificati 830 furti di rame in linea e deposito, per un totale di circa 288.324 kg di materiale trafugato.

Dal 2012 ad oggi il Gruppo FS Italiane ha stimato un danno economico per i furti del rame – su tutto il territorio nazionale – pari a oltre 23 milioni di euro, di cui più di 10 milioni per i costi degli interventi necessari al ripristino della circolazione.

Il rame è ampiamente utilizzato sull’intera infrastruttura ferroviaria. In particolare, è impiegato negli impianti tecnologici, nei sistemi di segnalamento e alimentazione elettrica dei treni, in quelli di telecomunicazione e rappresenta il miglior conduttore elettrico disponibile sul mercato dopo l’argento, perché resistente alla corrosione e interamente riciclabile.

Per queste sue caratteristiche è molto richiesto dal mercato internazionale, dove il sensibile aumento della domanda come materia prima, soprattutto nei Paesi emergenti del Nord-Est asiatico, non soddisfatto dalla produzione, alimenta i circuiti illegali.

I risultati conseguiti non permettono tuttavia di abbassare la guardia perché il rame continua ad essere richiesto dai mercati internazionali e il suo prezzo si mantiene piuttosto alto. È stata pertanto ulteriormente sviluppata la collaborazione con l’Agenzia delle Dogane volta sia ad identificare gli autori di tale fenomeno, sia a tracciare i possibili collegamenti tra i furti e le attività delle organizzazioni criminali nazionali ed internazionali.

Nei primi 5 mesi del 2014 i disagi subiti a seguito dell’asportazione del materiale e dei tentativi di furto hanno coinvolto nel primo caso 6.048 treni per oltre 74mila minuti di ritardo (corrispondenti a 52 giorni), nel secondo 1.198 treni per oltre 23mila minuti di ritardo (17 giorni), con un totale di 7.246 treni per oltre 98mila minuti di ritardo (69 giorni).

Nonostante l’impegno profuso e le attività di prevenzione svolte in sinergia con le Forze dell’Ordine, i passeggeri subiscono disagi per il trasbordo e sono costretti ad acquistare ulteriori soluzioni di viaggio. Giungendo in ritardo a destinazione, tendono a manifestare la loro insoddisfazione attraverso iniziative che ledono l’immagine societaria.

Il problema coinvolge anche le altre nazioni europee. Per questo motivo è stata interessata Colpofer, l’associazione internazionale che riunisce le Forze dell’Ordine che operano in ambito ferroviario e le Strutture di sicurezza delle società ferroviarie continentali. L’esperienza maturata dalla PolFer è valsa al nostro Paese il ruolo di capofila europeo nel contrasto al fenomeno dei furti di rame, incaricato di promuovere annualmente un’azione congiunta delle 11 principali Polizie Ferroviarie continentali per affinare metodologie di indagine e di intervento.