I dipendenti di Telenorba in cassa integrazione (in totale una cinquantina) quasi certamente dovranno passare un Natale austero. A confermarlo è la telefonata che potete acoltare vedendo il video allegato. La domanda per la cassa integrazione di giugno 2013 non è stata accolta. L’intoppo è stato causato da una mancanza del gruppo editoriale di Conversano. Non sono stati consegnati tutti i documenti richiesti. Disattenzione? Leggerezza? Cattiva fede? Nessuno può dirlo. Sta di fatto che si tratta di un danno considerevole per i dipendenti che, purtroppo, non vedono un euro da marzo. Il dipendente dell’ufficio regionale della Puglia competente in materia, appare convinto che la questione non possa essere risolta in tempi brevi. Cosa aspetta Telenorba a mettere a posto le carte?

La notizia del mancato pagamento arriva pradossalmente in una giorno di speranza. L’azienda ha mostrato un’apertura, che non convince chi conosce bene la storia dell’emittente: un cassintegrato a zero ore da un anno e mezzo è stato reintegrato alla messa in onda. Pur di ottenere il risultato, i sindacati hanno chiuso un occhio, per ora (verbale allegato). Telenorba, però, continua a disattendere l’accordo ministeriale siglato a Roma ad agosto scorso. In sostanza, il gruppo di Conversano dichiarava di ricorrere alla cassa integrazione per la soppressione di alcuni settori (come si legge a pagina 2 dell’accordo allegato). Uno di questi settori è proprio la messa in onda, quello in cui è stato reintegrato il dipendente – questa volta tenendo in consierazione i carichi di lavoro e l’anzianità di servizio. Vuol dire che non ci sono esuberi?

Non solo. C’è un altro elemento a riprova del fatto che non ci sono esuberi. Per coprire le ore notturne, proprio alla messa in onda, vengono impiegati dipendenti più accondiscendenti – quelli che non possono proprio dire no al padrone – anche da altri settori. Per evitare problemi e ricorsi, nelle caselle dei turni di servizio vengono indicati con una X, tanto da essere chiamati “Mister X” da chi sta lottando affinché non venga disatteso l’accordo di agosto, pur avendo nomi e volti noti a tutti. Da un lato l’azienda punta ad accorpare per licenziare e intanto impiega a sproposito i dipendenti per riempire i truni scoperti; dall’altro lato i sindacati vogliono il reintegro del personale in cassa integrazione. Una lotta blanda, poco incisiva, ma a Conversano è la prima volta che qualcuno prova finalmente ad alzare la testa in maniera organizzata.

La situazione economica dei lavoratori precipita con il passare dei giorni. Telenorba non paga ancora lo stipendio di aprile, rimasto fuori dagli ammortizzatori sociali. Il capo del personale ha offerto solo una parte dei soldi spettanti. Proposta da molti rimandata al mittente. Secondo alcune indiscrezioni c’è chi sarebbe pronto ad adire le vie legali, sia per recuperare le somme dovute, sia per chiedere di essere reintegrato. Il video del cameraman in cassa integrazione, che continua a lavorare per Telenorba attraverso un’agenzia esterna, è una prova inconfutabile di come non vengano rispettate le regole. Sulla questione del mancato rispetto degli accordi torneremo con altri servizi nei prossimi giorni. In attesa di risposte convincenti, continuiamo a registrare il fragoroso silenzio della Regione Puglia, del suo assessore alle Politiche del Lavoro e di tutti gli organismi di controllo. Non di sola Telenorba vive l’uomo e probabilmente qualche altra azienda avrebbe più bisogno di aiuti. Certo è che nessun’altra realtà – seppure in condizioni di salute economica peggiori – può garantire la stessa visibilità in campagna elettorale.