foto di repertorio

“Martucci viva”. Da nome di un comitato popolare, è ormai diventato un vero e proprio appello alle forze politiche locali e nazionali perchè non girino lo sguardo dalla situazione in Contrada Martucci a Conversano. Dopo le rivelazioni di Domenico Lestingi, ex dipendente della “Lombardi Ecologia srl” di Triggiano, continua la battaglia a colpi di ricorsi e perizie contro l’enorme discarica, situata nell’agro di Conversano e gestita dalla stessa “Lombardi Ecologia”. A esplicitare ancora una volta l’emergenza attraversata dall’area, una terza interrogazione parlamentare dell’onorevole grillino Giuseppe Labbate al Ministero dell’Ambiente.

L’interrogazione cita punto per punto i fattori che tuttora, pur a discariche ormai chiuse, stanno contribuendo a contaminare l’area anche nelle sue parti coltivate. Rischio geologico, percolato, metalli pesanti e rifiuti tossici. Un miscuglio che, agevolato dalla conformazione geologica molto porosa della zona, rende ancora oggi pesantemente inquinati i terreni e le falde acquifere. A rafforzare il documento di Labbate, le rivelazioni contenute nel libro-inchiesta “L’ultimo chiuda la discarica”, con riassunti circa 30 anni di gestione, spesso fuori dalle regole, del ciclo di smaltimento rifiuti. Lo stesso Santamaria descriveva così la situazione: “trent’anni di storia di cave di terreno trasformate in discariche più o meno controllate, tra Conversano e Mola di Bari, durante l’infinita emergenza rifiuti in Puglia”.

L’autore ricorda inoltre, in un’intervista al Quotidiano Italiano, come questa malagestione sia stata agevolata da numerose omissioni, oltre che dalla mancanza della Valutazione di Impatto Ambientale, procedura introdotta solo nei primi anni ’90. Un altro punto controverso riguarda proprio la Via del 2006, il cui esito veniva dichiarato positivo esplicitamente in considerazione della particolare situazione pugliese in materia di rifiuti. In pratica, concorda l’ex assessore all’Ambiente, lo stato di emergenza aveva consentito numerose deroghe dalle leggi vigenti, deroghe che hanno contribuito a trascinare la zona nello stato in cui è ora. Spetta dunque alla politica, adesso, fornire risposte chiare e i rimedi chiesti dai residenti delle zone coinvolte.