Sia dall’ingresso di via Storelli che da quello di via Ennio, il manto stradale dei due percorsi del Policlinico che portano i mezzi al pronto soccorso è disseminato di buche, crepe, pezze di asfalto e dissesti vari, impossibili da evitare, che fanno sobbalzare fortemente le ambulanze. Diversi autisti del 118 ci hanno confermato questo disagio, lontano da microfoni e telecamere. Vista la recente bufera sul 118, portata alla luce proprio da ilquotidianoitaliano.it, i soccorritori non hanno voluto essere ripresi (e chi ce l’ha concesso, si è mostrato reticente) ma, a telecamera spenta, hanno lamentato lo stato di incuria delle strade interne del complesso.

«Ho appena accompagnato un signore – ha dichiarato un conducente davanti al pronto soccorso –  vai a chiedere a lui che cosa è stato quest’ultimo chilometro e mezzo. Con le autoambulanze così pesanti, queste buche ti fanno sobbalzare violentemente il mezzo, anche se le prendi a due chilometri all’ora».
«Sembra di guidare l’ambulanza a Baghdad – ha commentato un altro soccorritore – Più di una volta i pazienti mi dicono: “Ho sofferto di più dall’ingresso del Policlinico fin qui (il pronto soccorso, n.d.r.), che non da casa mia fino al Policlinico”. Ma tu lo sai cosa vuol dire trasportare un politrauma (un paziente con diverse lesioni, in pericolo di vita, n.d.r.) su questa strada ridotta così? Lo finisci di uccidere».

Effettivamente le buche, vere e proprie voragini, magari poco larghe, ma molto profonde, in alcuni punti hanno raggiunto lo strato friabile sotto il manto stradale e con la pioggia diventano ancora più pericolose perché si allagano, diventando invisibili e, soprattutto, più grandi, erodendosi. Guardare le ambulanze che saltano nei fossi e quasi impennano sui dossi è uno spettacolo che prende allo stomaco, ancora più terribile sapendo che all’interno potrebbe esserci qualcuno in pericolo di vita. Una tale situazione rischia seriamente di farci scappare il morto. Se non è già successo.

18 febbraio 2013

Pasquale Amoruso