A 4 mesi dall’entrata in vigore della legge, quindi, solo il 2% degli annunci immobiliari di Bari e provincia risulta in regola (contro il 13% circa del dato medio nazionale) e, dall’analisi del mercato immobiliare barese e pugliese del I quadrimestre 2012, emerge anche che la differenza di classe energetica non incide più di tanto sul valore e sul prezzo di vendita o locazione dell’immobile.

Secondo i dati forniti dall’Osservatorio Immobiliare Rubino, che ha analizzato il mercato immobiliare residenziale barese e pugliese del I quadrimestre 2012, il fenomeno si spiega soprattutto con il fatto che moltissimi appartamenti disponibili sul mercato sono usati e in classe G.

“Oltre l’80% degli appartamenti attualmente in vendita o in locazione” – spiega Andrea Rubino, presidente dell’Immobiliare Rubino – “appartiene alla classe G, cioè a quella con maggiori consumi energetici. Ma di solito il costo necessario a rendere più sostenibile l’immobile, per riclassificarlo per esempio in classe C o D non è poi a conti fatti apprezzato dal potenziale acquirente che quando visita l’appartamento da acquistare lo valuta nell’insieme, così come appare, e soprattutto in base al prezzo finale, più basso possibile”.

“Tra l’altro – continua Rubino – una volta ottenuta l’Attestazione di Certificazione Energetica e aver speso una somma non indifferente, basta una piccola modifica, come la sostituzione di una caldaia nel frattempo non più funzionante, a rendere non più valido il certificato rilasciato dal tecnico e il proprietario dell’immobile da vendere è costretto dall’attuale normativa a rivolgersi nuovamente al professionista sostenendo il costo del rilascio di un nuovo attestato. Un vero e proprio balzello per il cittadino, dunque, specialmente in un momento così difficile, sia per l’economia nazionale sia per lo stesso mercato immobiliare, come quello attuale”.

Stando ai risultati dell’analisi effettuata dall’Osservatorio Immobiliare Rubino sul totale degli immobili (nuovi e usati), quindi, attualmente a Bari e provincia il 4% di questi appartiene alla classe A, l’1% è in classe B, l’1% in classe C, il 4% in classe D, il 3% in classe E, il 6% in classe F e l’81% in classe G.

Anche se poi, sfogliando gli annunci immobiliari pubblicati dai principali mezzi di comunicazione on-line e off-line, solo il 2% di questi indica regolarmente, come previsto dalla normativa, i due parametri richiesti.

Per quanto riguarda più in generale il mercato immobiliare pugliese del I quadrimestre 2012, l’Osservatorio Immobiliare Rubino evidenzia un abbassamento dei prezzi, che a Bari città sono scesi in media di circa il 7% rispetto al 2011 mentre a Lecce hanno subito una riduzione di quasi il 15%.

Il dato comunque va poi analizzato caso per caso, in quanto solo gli immobili più vetusti ed in zona semi-centrale hanno subito e stanno subendo un ridimensionamento rispetto ai picchi del mercato (anni 2006 e 2007) mentre per quelli centrali e in buone condizioni di manutenzione i prezzi tengono rispetto all’anno scorso e sostanzialmente sono rimasti invariati con una flessione massima del 3%.

I tempi di vendita si attestano in media sui 5-6 mesi, lo scarto tra prezzo richiesto e prezzo di vendita è all’incirca tra l’8% e il 10% a Bari città e tra l’8% e il 12% in provincia e la tipologia più richiesta si conferma il 3 vani anche se aumentano le richieste per appartamenti più grandi, come i 4 e i 5 vani.

A fronte di un lieve aumento di immobili acquistati con mutuo, infine, diminuisce l’importo medio del mutuo richiesto e il suo peso percentuale che se fino a qualche tempo fa arrivava a coprire addirittura il 90-100% del costo dell’appartamento oggi, anche e soprattutto a causa dell’inasprimento delle banche, corrisponde a circa il 50-60% del prezzo totale dell’immobile acquistato.

La Redazione