Diciannove milioni di euro. E’ la multa che la Commissione europea sta per infliggere alla Puglia. Motivo? Non aver rispettato la Direttiva n.271/91 su impianti di depurazione e fognature. Insieme alla Puglia verranno sanzionate quasi tutte le Regioni italiane: 66 milioni di euro a carico del Friuli Venezia Giulia, Sicilia 185, Calabria 38,  Lombardia 74.

”Il totale nazionale -scrive Erasmo D’Angelis,capo della Struttura di missione contro dissesto idrogeologico – è di 482 milioni per depuratori e 416 milioni per inquinamento di corsi d’acqua e laghi. Una stangata da circa un miliardo di euro. Non c’è più tempo da perdere”.

A settembre 2013 la Regione Puglia,tramite un incarto di 57 pagine “Report Depurazione”, mette in luce che un impianto depurativo su dieci presenta gravi carenze infrastrutturali e solo 1 su 3 è completamente adeguato. In merito alla capacità di funzionamento si rileva che un quinto dei 178 depuratori sottoposti a monitoraggio ha un livello scarso e 14 in grave criticità. E il sistema fognario? Dei 171 agglomerati (Città e gruppi di Comuni) superiori a 2000 abitanti solo il 57% è riconducibile alle direttive europee.

Problemi si riscontrano nelle province di Brindisi e Bari. Il Capoluogo pugliese alle prese, anche per l’estate 2014, con gli scarichi fognari (condotta Matteotti) che fanno festa ai bagnanti della spiaggia di Pane e Pomodoro. Sedici gli impianti non a norma. Si trovano a Casamassima, Cassano, Putignano, Carovigno, Martina Franca, Lesina, Specchia, Uggiano, Matino, Manduria, Specchia, San Giorgio Ionico, Otranto, San Vito dei Normanni, Parabita.

C’è da dire che le reti fognarie risultano costruite ma mancano gli allacci di competenza dei Comuni. Quest’ultimi vengono sollecitati dalla Regione ma non tutti mettono in pratica l’esortazione. Nel frattempo la Giunta regionale ha stanziato 97 milioni di euro per “collettamento e convogliamento reflui” e 258 milioni per potenziamento/adeguamento di 55 impianti. I tempi di realizzazione? Ah, saperlo.