Il 3 marzo è ufficialmente finito il mito Telenorba. Colpa della crisi – come scritto nel piano industriale che abbiamo già pubblicato qualche settimana fa -, ma soprattutto colpa delle scelte fatte dal Gruppo di Conversano negli ultimi anni. La mania di grandezza – malattia di cui è sempre stata affetta la famiglia Montrone – negli ultimi cinque anni si è acutizzata, tanto da condurli al paradosso: tornare indietro nel tempo, a quando in onda – sul canale di punta della sopravvalutata ammiraglia televisiva pugliese – andavano le classiche quattro edizioni del telegiornale. È il fallimento della digitalizzazione che non c’è mai stata, dell’apertura della milionaria redazione di Lecce, di quella di Campobasso e Brindisi. Abortito anche il progetto di avere corrispondenze da Napoli e Milano. È il fallimento del Tg Sud e dell’informazione 24 ore su 24. È ancora una volta il fallimento dei rapporti sindacali. Nonostante le annunciate barricate, le proteste e gli scioperi, infatti, siamo arrivati alla resa dei conti. Telenorba ha vinto di nuovo, senza che nemmeno uno dei 73 dipendenti (su 186) inseriti nella lista nera, abbia nemmeno provato a ribellarsi. Alcuni dei lavoratori che resteranno a casa sono quelli cosiddetti storici. Gli stessi che, con il loro lavoro, hanno consentito a Sua Emittenza di mettere insieme le sue fortune. Nessuna pietà, nemmeno per loro.

Come previsto dall’articolo 4, comma secondo, della legge 223 del 1991, Cgil, Cisl, Uil, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Assostampa e Federazione italiana della stampa, hanno ricevuto la raccomandata. Il 3 marzo, appunto. Dietro i numeri riportati nel piano industriale ci sono le persone e le loro famiglie. I colpi di mannaia saranno dati tenendo in considerazione l’anzianità di servizio e i carichi familiari, lo stesso criterio annunciato per la scelta di chi mandare in cassa integrazione in questi ultimi due anni. Criteri spesso non rispettati, come abbiamo dimostrato attraverso la pubblicazione di documenti esclusivi, ignorati dalla politica e da quanti erano tenuti a controllare che tutto avvenisse nel pieno rispetto delle regole.

Ecco chi resterà a casa: 14 tecnici di regia tg; 1 tecnico amministrativo dalet; 13 cameraman ( 4 a Bari, 7 a Lecce, 1 a Brindisi, 1 a Campobasso); 4 segretari di redazione ( 2 a Conversano, 1 a Lecce, 1 a Roma); 14 giornalisti (1 a Roma, 1 a Napoli, 4 a Lecce, 1 a Campobasso, 2 a Bari, 1 a Foggia, 1 a Barletta, 2 a Conversano, dove viene fatto fuori anche il collega del televideo); 1 regista;  4 montatori;  1 tecnico audio;  1 tecnico di alta frequenza; 2 addetti alla gestione dei contratti;  2 addetti al palinsesto;  2 addetti di segreteria dell’area commerciale;  1 segretaria di pubbliche relazioni; 1 segreteria settore tecnico; 1 architetto; 1 addetto ufficio statistiche; 1 segreteria di produzione; 2 addetti alla reception; 3 addetti amministrativi. Restano a casa anche 4 tecnici della messa in onda, soppressa sulla carta, ma che di fatto è assolutamente operativa.

Anzianità di servizio e carichi familiari. Come abbiamo detto sono questi i criteri adottati per decidere chi buttare nell’inferno della disoccupazione. Ma come si calcolano? I conteggi sono contenuti nella stessa raccomandata che annuncia i licenziamenti collettivi. L’anzianità di servizio viene calcolata dall’assunzione con il primo rapporto di lavoro subordinato, senza soluzione di continuità, con Telenorba spa o con società collegate o controllate dalla stessa, viene assegnato un punto o frazione per ogni anno di servizio. Ed ecco il primo punto critico? Le mai riconosciute Comunicazione e Immagine e Medianews, per esempio, sono o non sono  state controllate o collegate a Telenorba? Se così non fosse – come la stessa Telenorba si ostina a ribadire nelle aule di tribunale – resterebbero a casa molti nomi storici dell’emittente di Conversano. La patata è davvero bollentissima.

Per quanto riguarda il carico familiare, invece, viene assegnato un punteggio pari a 2 punti per ciascun familiare fiscalmente a carico del lavoratore nella misura intera, 1 punto in caso di carico fiscale del 50%. Da quando si inizia? Dal temine della procedura fino ai quattro mesi successivi. Il conto alla rovescia è iniziato e sicuramente ne sentiremo ancora delle belle.