Il 16 novembre scorso insieme a un collega, la dottoressa Chiara Scarsi era stata costretta a chiedere l’intervento del magistrato della Procura brindisina per denunciare la situazione di emergenza in cui si trovava il suo reparto nell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi: troppi pazienti, con soli due medici in turno. Praticamente impossibile poter garantire l’assistenza. Il peggio, però, tanto temuto dai due, arrivò presto.

La vicenda

In sala d’attesa c’erano 24 pazienti in codice arancione che attendevano di essere visitati, e altri 10 erano in codice verde e azzurro. A questi bisognava aggiungere i pazienti lasciati in consegna dai colleghi del pomeriggio. Come previsto per legge, i codici arancioni devono essere visitati entro 15 minuti ed era impossibile per i due medici poter garantire le cure nei tempi previsti. Prima di chiamare la Procura, i due operatori sanitari hanno tentato invano di contattare i vertici dell’ospedale, senza alcun riscontro. Per verificare la situazione il pm inviò al Pronto Soccorso i Carabinieri, che hanno potuto accertare l’emergenza. Nel frattempo, però, si verificò il peggio, proprio come temevano i due medici: una donna di 77 anni, arrivata dall’ospedale di Ostuni in ipoglicemia, è morta in attesa delle cure.

La denuncia dei familiari

Una tragedia per la quale i familiari dell’anziana signora hanno sporto denuncia e chiedono di accertare se ci sono delle responsabilità. La dottoressa insieme al collega risultano ora indagati, con loro anche il direttore generale della Asl di Brindisi, il direttore sanitario dell’ospedale Perrino e il capo dipartimento. Una situazione paradossale più volte denunciata dall’Ordine dei medici della provincia di Brindisi. Il medico ha svolto il suo ultimo turno il 23 dicembre, e poi è andata via. Aveva chiesto l’aspettativa ma non le era stata concessa a causa della mancanza del personale. Il 30 dicembre la Asl di Brindisi ha dichiarato ufficialmente lo stato di emergenza dell’ospedale di Brindisi, di Francavilla Fontana ed Ostuni. Ha inviato la comunicazione alla Prefettura e al Dipartimento Salute della Regione. Nei tre Pronto Soccorso i medici non riescono a coprire tutti i turni ed è a rischio l’assistenza sanitaria.