“Vorrei che imparassero a vedere il bello nell’albero di ulivo, in quello che stanno facendo, a lavorare e a sporcarsi le mani nel vero senso della parola. Come alternanza scuola-lavoro sarebbe molto bello da fare, una giornata in campagna lascia molto di più”. Valeria Scaringella, 40enne docente di Scienze del Liceo scientifico e linguistico ‘Orazio Tedone’ di Ruvo di Puglia (Bari) è la prof che in queste giornate, nelle nostre zone dedicate alla raccolta delle olive, ha lanciato la proposta ai suoi alunni: chi dimostra di essere stato in campagna con genitori o nonni potrà “saltare” l’interrogazione in quanto giustificato per il mancato studio del giorno prima. L’obiettivo, spiega l’insegnante, è “recuperare le tradizioni e il legame con la terra, che da noi si sente molto, solo che gli adolescenti a volte tendono quasi a vergognarsene”.

“Li giustifico ma devono dimostrarlo, anche con le unghie sporche – scherza la docente – piuttosto che con le foto. Li giustifico perché per me la tradizione, la cultura, la cura del territorio e la bellezza della nostra terra passano anche da questo”. A quanto pare l’idea sta funzionando, e i ragazzi “ci tengono a far vedere che sono effettivamente andati in campagna portando anche la magliettina sporca di terra. I ragazzi hanno spesso bisogno di essere ascoltati e ti raccontano quello che vivono come un evento straordinario. Immagino che anche i loro parenti siano contenti”.