I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comado Provinciale di Bari hanno dato esecuzione oggi, 30 marzo, a un decreto di sequestro di prevenzione, finalizzato alla confisca, emesso dal Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica di Bari – Direzione Distrettuale Antimafia a carico di Giuseppe Di Cosimo, 66enne, già gravato da numerose condanne per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, contrabbando di T.L.E., furto e ricettazione. Secondo l’impostazione accusatoria, Di Cosimo, considerato figura di spicco nel panorama criminale del quartiere Madonnella, sarebbe riuscito nel tempo ad accumulare un ingente patrimonio, mobiliare e immobiliare, in parte reinvestito nel centralissimo “Garage Carulli”, formalmente intestato alla figlia, ma che di fatto sarebbe gestito in prima persona da lui. Il valore del patrimonio sottratto alla disponibilità dell’interessato e della sua famiglia è stimato in quasi un milione di euro, composto, oltre che dall’autorimessa “Carulli”, da diversi rapporti finanziari, autoveicoli e da una villa ubicata a Torre a Mare.

L’odierno provvedimento, emesso dalla Sezione Specializzata in misure di prevenzione del Tribunale di Bari, accoglie la proposta della DDA della Procura della Repubblica di Bari, formulata sulla base degli accertamenti patrimoniali effettuati dalla Sezione specializzata del Reparto Operativo di Bari (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) che hanno ricostruito sia la carriera criminale di Di Cosimo sia gli introiti dell’intero nucleo familiare. I militari, infatti, hanno posto al vaglio dell’Autorità Giudiziaria un corposo quadro indiziario in ordine all’illecita provenienza della ricchezza di  Giuseppe Di Cosimo, accumulata nel corso di oltre un ventennio e che costituirebbe il compendio dei suoi traffici illeciti. La stessa villa di Torre a Mare, che da sola ha un valore stimato di circa 300mila euro, è risultata formalmente intestata a un soggetto che sarebbe stato, in passato, affiliato all’associazione per delinquere capeggiata proprio da Di Cosimo, deceduto nel 2013. Poi, dopo la morte dell’uomo, era comparso un testamento olografo con il quale l’immobile veniva donato alla figlia di Di Cosimo. “La lotta alle mafie, e più in generale ad ogni forma di criminalità organizzata, va condotta su più fronti. Alle tradizionali azioni di contrasto devono necessariamente affiancarsi qualificate attività di analisi dei flussi economici che alimentano questi sodalizi. Risultati come quello odierno dimostrano quanto grande sia l’attenzione che la magistratura barese e l’Arma dei Carabinieri stanno dedicando al particolare e delicato settore delle investigazioni patrimoniali” si legge nella nota dei Carabinieri.